LE PARITARIE: UNA RISORSA BASILARE PER LA SCUOLA

By 22 Settembre 2025Attualità

In Italia sono presenti tre tipologie di scuola: quelle statali, quelle paritarie e quelle parentali cioè una forma di insegnamento in cui i genitori o tutori assumono la responsabilità dell’istruzione dei figli al di fuori del sistema scolastico tradizionale.

Noi fermeremo l’attenzione sulle “paritarie” con due riflessioni: una economica e una motivazionale.

Aspetto economico

Le scuole paritarie producono un ingente risparmio per la collettività. Giustifichiamo questa affermazione con i “numeri”. Secondo i dati del MIUR dell’anno scolastico 2024-2025 erano presenti in Italia 12.547 istituti (7.955 cattolici – 63,4% del totale), frequentati da 866.805 alunni, oltre 17.641 con disabilità. E, in questi istituti, operano tra personale docente e non docente circa 88.000 lavoratori.

-Scuola infanzia totale alunni 1.447.385: statali 901.052-paritarie: 524.031

-Scuola primaria 2.706.152: statali 2.443.092-paritarie 167.667

-Secondaria 1 grado 1.763.316: statali 1.628.899-paritarie 65.406

-Secondarie 2 grado 2.808.968: statali 2.626.226 – paritarie 109.701  

Totale alunni: 8.725.821. Statali: 7.599.269. Paritarie 866.805

Ebbene, le scuole paritarie dovrebbero essere ritenute dallo Stato una “manna” per i cospicui risparmi.

Secondo il MIUR il costo medio per alunno che la scuola paritaria sostiene è di circa 5.254 euro contro gli oltre 6.000 euro delle scuole statali. Per altre fonti, il costo di un alunno della scuola statale. raggiunge i 7.000 euro. Esaminiamoli.

Scuola infanzia: statale 5.278 euro – paritaria 1.007 euro (risparmio 4.271 euro)

-Scuola primaria: statale 5.704 euro – paritaria 360 euro (risparmio 5.344 euro)

-Secondaria 1 grado: statale 6.348 euro – paritaria 295 euro (risparmio 6.053 euro)

-Secondaria 2 grado: statale 6.694 euro – paritaria 370 euro (risparmio 6.324)

Che cosa rimborsa ogni anno lo Stato alle scuole paritarie e alle famiglie di questi alunni? Per l’anno 2023/24 alle scuole paritarie si è effettuato un rimborso di 548,7 milioni di euro e alle famiglie (unicamente dell’infanzia e delle secondarie di secondo grado) una detrazione media di 158,4 euro per un totale di 100,4 milioni di euro, mentre se tutti gli alunni delle paritarie frequentassero le statali l’Italia dovrebbe sborsare 5.308.132 euro.

Ora, ed è ormai da tempo che dura questa situazione, le scuole paritarie vivono forti problematiche economiche e si prevede che se lo Stato non interverrà, entro pochi anni il 30% chiuderà. E ciò comporterà un notevole incremento dei costi per lo Stato, oltre insormontabili problemi logistici che metteranno maggiormente in crisi una scuola statale già al collasso.

Concludiamo fermandoci sulla carenza di aule e quante ne occorrerebbero se il 30% delle paritarie chiudesse. Il numero delle aule è stato calcolato per 17 studenti per aula.

Scuola infanzia: alunni coinvolti 172.930 – aule mancanti 10.170

-Scuola primaria: alunni coinvolti 55.330 – aule mancanti 3.254

-Secondaria 1 grado: alunni coinvolti 21.584 – aule mancanti 1.269

-Secondaria 2 grado: alunni coinvolti 37.201 – aule mancanti 2.188

Totale: alunni convolti 286.046 – aule mancanti 16.881

Questi numeri dovrebbe preoccupare la politica e quindi trovare accordi per stanziare idonei aiuti a Istituti e famiglie poiché sui numeri non si può barare.

Aspetto educativo-valoriale

Però, un discorso puramente economico è incompleto, essendo in gioco un valore molto più ampio: la libertà educativa delle famiglie. Un “diritto” che deve motivare tutti ad esigere dallo Stato, come già avviene in vari Paesi europei, la possibilità di scegliere liberamente la scuola per i propri figli, senza costi aggiuntivi. Tutto ciò è presente anche nel “principio di sussidiarietà”, previsto dall’articolo 118 della nostra Costituzione ma spesso inattuato nella storia della nostra Repubblica, come pure richiede il superamento dell’anacronistico e ideologico articolo 33 della Costituzione, che così recita: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Ma, uno Stato che impone come gestire la scuola, l’assistenza e la sanità e che interferisce nella famiglia a livello educativo, oltre che negare molteplici diritti e sopprimere il principio di sussidiarietà, non raggiungerà mai le sue finalità sociali e il bene comune, essendo “lontano” dalle esigenze del territorio e del cittadino, mentre una reale e leale “concorrenza” tra Stato e privato no-profit, offre prestazioni più efficienti a un costo minore, producendo un soddisfacimento nell’utente. Ha affermato Papa Francesco il 3 ottobre 2014 in un discorso ai partecipanti alla plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee: “Dobbiamo sostenere i genitori nella responsabilità di educare i figli, tutelando il loro imprescindibile diritto a dare ai figli l’educazione che ritengono più idonea. I genitori, infatti, rimangono i primi e principali educatori dei loro figli, pertanto hanno il diritto di educarli in conformità alle loro convinzioni morali e religiose”.

Ovviamente, la tematica molto ampia, è stata solo accennata.

Don Gian Maria Comolli