Pillole di saggezza

SOLO MEZZA VITTORIA PER DETRATTORI DELLA LEGGE 40/2004. MA L’EUGENETICA GUADAGNA POSIZIONI (2)

Nella “Pillola di saggezza” della scorsa settimana,  oltre che commentare la legge 40/2004, poco conosciuta nei suoi contenuti, abbiamo evidenziato  il parere espresso dalla Corte Costituzionale  il 14 maggio sulla diagnosi pre-impianto ben riassunto nel comunicato della stessa: “La Corte costituzionale nella camera di consiglio del 14 maggio, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 1, commi 1 e 2, e 4, comma 1, della legge 19 febbraio 2004, n. 40 (norme in materia di procreazione medicalmente assistita), nella parte in cui non consentono il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili. E queste malattie  devono essere rispondere “ai criteri di gravità di cui all’art. 6, comma1, lettera b), della legge 22 maggio 1978, n. 194, ed essere ‘accertate da apposite strutture pubbliche’ “.

Il “nocciolo” della sentenza non è, come hanno dichiarato alcuni mezzi di informazione, stabilire “chi ha vinto” o “chi ha perso”, oppure  che i sostenitori dei quesiti alla Corte hanno ottenuto una vittoria solo parziale. La “centralità” di questa sentenza sta nel fatto che si è aperta una “nuova porta” all’indegna pratica dell’eugenetica, cioè l’ intervenire con la diagnosi pre-impianto per conoscere se un essere umano  è affetto da una grave patologia o da lievi difetti e, di conseguenza, decidere se accoglierlo come figlio oppure eliminarlo.

Alcune osservazioni sull’eugenetica per comprendere la gravità morale dell’atto.

Il vocabolo “eugenetica” ha origine dal termine greco έύξένέτέσ; è composto da due parti έύ  (bene, buono) e ξένοσ (razza) e significa “buona razza”. L’eugenetica è dunque la disciplina che si prefigge di “perfezionare” la specie umana, manipolando i geni o incrociando in modo selettivo le “migliori razze”.

Gia Platone, nel testo “Repubblica”, propose idee eugenetiche (cfr Libro V, 387). Dopo centinaia di anni, la concezione fu ripresa nell’Ottocento da F. Galton  (1822-1911), cugino di C. Darwin, che ideò il termine e teorizzò un salto qualitativo e progressivo della razza umana seguendo gli stessi criteri dell’evoluzione biologica, portando alle estreme conseguenze il pensiero darwiniano sulla selezione naturale. Immediatamente, queste tendenze razziste, si diffusero in due Paesi a rilevante impostazione positivista: Germania ed Inghilterra, dove la “Fondazione Rockefeller” e la “Massoneria di Rito Scozzese”, divulgarono a livello mondiale le teorie eugenetiche. Non a caso, a Londra, nel 1912, si tenne il primo congresso internazionale. Anche in Italia, G. Sergi (1841-1936), antropologo e psicologo, nel 1913 fondò il “Comitato Italiano di Studi Eugenici” e A. Ghigi (1875-1970) fu un sostenitore oltre che autore di testi razzisti e firmatario del “Manifesto della Razza” nel 1938.

Nei primi decenni del Novecento, le leggi eugenetiche furono assunte da alcuni Paesi europei e del Nord America, culminando nelle barbarie dell’ eugenetica nazista che operò per perfezionare “la razza ariana”. Si identificarono delle persone con vite definite di “nessun valore” (Lebenunwertes Leben): portatori di patologie ereditarie, malati mentali, ritardati, alcolisti, zingari…; a questi, fu praticata la “sterilizzazione coatta” per escludere la trasmissione di “geni negativi”. Furono inoltre condotti studi sui gemelli che giunsero nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau da tutta Europa

Nel dopoguerra, l’azione eugenetica riprese, seguendo due filoni definiti: “positivo” agendo sulle scelte riproduttive e “negativo” rimuovendo forzatamente i caratteri svantaggiosi. Questa convinzione fu posta alla base della sterilizzazione chirurgica o farmacologica delle persone con menomazioni fisiche o psichiche. Negli Stati Uniti, soprattutto in California, furono forzatamente sterilizzati i malati mentali, i moralmente degenerati, i sessualmente pervertiti e i criminali-nati (circa 20.000 sterilizzazioni forzate dal 1909 al 1963). In Svezia dal 1934 al 1975 furono sterilizzate 62mila persone e anche in Svizzera fu attivato un programma simile che continuò fino agli anni ’80 del XX secolo. Non possiamo dimenticare l’India e la Cina dove questa pratica è anche oggi all’ordine del giorno. E alcuni anni fa fece scalpore il caso del medico di Philadelphia Kermit Gosnell, finito in carcere per tre infanticidi e noto per i suoi aborti molto tardivi; riteneva sia l’aborto che la sterilizzazione una “guerra alla povertà”.

Oggi, l’eugenetica, sta rientrando “quasi ufficialmente” nella nostra società sotto altre forme e con altri nomi a seguito del progresso delle biotecnologie e del sequenzionamento del genoma umano e assume un risvolto maggiormente inquietante rispetto al passato proponendosi anche di selezione i caratteri genetici dei nascituri.  A questo proposito, un famoso scienziato, ammoniva: “guai se i figli li scegliessimo o li disegnassimo noi: tracceremmo solo degli scarabocchi”.

Purtroppo, tutto questo, non è semplice fantascienza, ma una realtà futura raggiungibile con la manipolazione del Dna anche se la “Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea” (Carta di Nizza) all’art. 3 §2 lo proibisce. Ma, nonostante i divieti, implicanze eugenetiche sono presenti in provvedimenti legislativi ed in atteggiamenti scientifici e sanitari.

L’eugenetica ha uno stretto rapporto con le tecniche di diagnosi preimpianto dell’embrione nella fecondazione medicalmente assistita e con gli aborti terapeutici. In Italia, anche dopo il parere della Corte Costituzionale riguardanti  gli artt. 1, commi 1 e 2, e 4, comma 1, della legge 40/2004 la diagnosi preimpianto dell’embrione dovrebbe essere “una eccezzione” infatti l’art 13 ai commi 2 e 3b afferma: “La ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione stesso, qualora non siano disponibili metodologie alternative” (art. 13 comma 2). “Sono, comunque, vietati ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell’embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche, di cui al comma 2 del presente articolo” (art. 13 comma 3b).

Ma, nonostante la chiarezza della legge, purtroppo dobbiamo evidenziare degli abusi. Emblematico, fra i molti, fu l’evento che si consumò il 24 settembre 2007 presso il Tribunale di Cagliari che emise una sentenza a favore di una coppia portatrice sana di talassemia, acconsentendo alla diagnosi preimpianto su alcuni embrioni congelati nel 2005. La sentenza fu confermata dal TAR del Lazio (sentenza n. 398/08), mentre la Corte di Cassazione nel 2005, aveva negato la richiesta. La decisione del Tribunale di Cagliari come la recente sentenza della Corte Costituzionale sono evidenti atti di eugenismo! Per quanto riguarda Cagliari, le probabilità di partorire un figlio affetto da talassemia erano del 50%; inoltre, oggi, anche i portatori di questa patologia conducono un’accettabile qualità di vita. Questi atti giuridici chiaramente sottintende “l’ideologia del figlio sano”, provocando discriminazioni e disuguaglianze fra gli esseri umani. Da ultimo, non possiamo scordare, che la diagnosi pre-impianto provoca effetti collaterali, ostacola lo sviluppo degli embrioni ed elimina, a volte, anche quelli sani.

Un dato per comprendere l’ampietà del fenomeno. Riferendoci alla legge 194/1978, notiamo il forte aumento di interruzioni di gravidanza indotte “da una diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto”: 3.917 nel 2012, 3.788 nel 2011,  passando da un 0,5% del totale degli aborti del 1981 al 3,8% di tre anni fa.

Intromettersi nel destino di una creatura da poco concepita per poi sbarazzarsene poichè portatrice di difetti è un atto ignobile.

(Prima parte 22 maggio 2015).

29 maggio 2015

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