Pillole di saggezza

Siamo ancora scioccati dal barbaro attentato di matrice islamica che mercoledì scorso ha causato la morte di dodici persone nella sede del settimanale francese satirico “Charlie Hebdo”, quando due esseri, che fatichiamo a definire persone, hanno sparato all’impazzata gridando “Alluhu Akbar” contro  giornalisti che stavano facendo come ogni giorno il loro lavoro.

La nostra è quindi una condanna totale di tale gesto criminale senza “se” e senza “ma”. Il giornale era da qualche tempo nel mirino dei terroristi per la sua sistematica satira nei confronti dell’Islam ma anche del cristianesimo e dell’ebraismo.

1Questo spaventoso episodio che ha trovato un consenso unanime di deplorazione in tutto il mondo, compreso quello islamico, ci offre l’occasione per riflettere non solo sull’atto di Parigi, figlio di un islamismo estremo che va fermato ad ogni costo, ma anche sul significato e soprattutto sulle conseguenze che una determinata tipologia di satira può causare.

 1La satira è un genere di critica nei confronti di vari aspetti societari e per alcuni, esempio G. Forattini, è la più alta espressione di libertà e di democrazia (cfr. Matrix, 6 febbraio 2006). Per questo, l’attentato di Parigi, secondo molti, aveva come bersaglio la libertà. Ma questa modalità di espressione, cioè la satira, spesso è un’aggressione violenta dell’altrui sensibilità, offendendo le persone in alcuni diritti fondamentali come la coscienza e la religione. Di conseguenza, la nostra prima attenzione riguarda l’esatta interpretazione della libertà, chiedendoci fino a che punto può giungere il mio diritto di espressione e quale facoltà ho di insultare e offendere  la sensibilità dell’altro.

  “La libertà” affermava Don Chisciotte della Mancia rivolgendosi al suo scudiero Sancho Panza: “è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”. Poi continuava: “i tesori tutti che si trovano in terra o che stanno ricoperti dal mare non la  possono eguagliare; e per la libertà, come per l’onore, si può avventurare la vita”. E’ vero, ma la decantazione assoluta della libertà, anche quella di pensiero, separata dal fondamento metafisico, o si autodistrugge o si trasforma in strumento di lotta in cui potrebbe prevalere la voce del più forte dimenticando, in questo caso specifico, che una certa satira uccide come e più delle armi.  Come può allora, il proprio pensiero, anche se volgare e offensivo essere sinonimo 1di libertà? L’ autentica libertà, a cui tutti dovrebbero riferirsi, anche i maestri della satira, è imprescindibilmente accompagnata dalla verità e dalla responsabilità. La “verità” per approfondire le varie situazioni ed essere il più obiettivo possibile di fronte agli eventi e la “responsabilità”, riconoscendo che la rivendicazione delle proprie opinioni deve procedere parallelamente con il riconoscimento di quelle altrui, altrimenti quella proposta anche dalla satira è una libertà a “senso unico”.  Il nocciolo del problema è dunque il bene etico che orienta la libertà nei confronti della dimensione umana e sociale globale.

A questo punto il discorso diventa ancora più impegnativo poiché dobbiamo chiederci: “chi ci dà il diritto di uccidere, non fisicamente ma psicologicamente e spiritualmente con la maldicenza di cui molta satira è ricca? A questo proposito papa Francesco è molto chiaro: “le maldicenze vanno sempre nella direzione della criminalità. Non ci sono maldicenze innocenti. E questo è Vangelo puro” (13 settembre 2013). E ciò vale anche per la satira!

Il mio potrebbe sembrare un ragionamento da “bacchettone” o integralista o da nemico della libertà; per questo propongo alcune vignette a mio avviso irritanti, volgari e blasfeme, lasciando al lettore il giudizio.

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Da questa strage tutti dobbiamo trarre una lezione sul peso, sull’importanza e sulle conseguenze delle parole e delle immagini riconoscendo anche alla satira dei chiari limiti.

G. Forattini nell’intervista rilasciata al quotidiano online “Ilsusssidiarionet.” (8 gennaio 2015) alla domanda: “Esiste un limite che la satira non può valicare?”, risponde: “No, non esiste limite se non la correttezza”. Mi piacerebbe comprendere da Forattini dove sta la correttezza nelle vignette sopra-pubblicate e che cosa intende con questo vocabolo.

Ma attenzione, l’uso ambiguo della correttezza, sta accentuando l’astio degli islamici nei confronti dell’Occidente ritenuto nemico e ostile e forzare sulla satira allontana ogni fondamentale coesione sociale, poiché nel futuro, nei Paesi occidentali, dovremo sempre di più convivere con loro.

A mio parere, il tipo di satira utilizzata fino ad oggi se continuasse, è un vero regalo che facciamo ai terroristi assassini per colpirci.

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