“Non voglio abortire una seconda volta”, dice Giorgia. E finalmente qualcuno l’ascolta

Ha 21 anni, un compagno che ama ma che considera immaturo. Sua madre è convinta che debba abortire, di nuovo! Paola Bonzi la accoglie e la ascolta: e quando guardano insieme come si sviluppa un bimbo di 8 settimane Giorgia capisce: questo è mio figlio!

Al Centro di Aiuto alla Vita stiamo meglio organizzando sia l’arredamento sia le cose, soprattutto carte, accumulatesi nei 34 anni della nostra presenza in Mangiagalli.
Si sa che quando ci sono donne da ascoltare, telefonate, messaggi da scrivere, risposte da dare si fa presto ad aprire lo sportello di un armadio e buttare dentro a caso i vari fogli e oggetti da mettere in ordine, rimandando il tutto a momenti di maggior tranquillità.
Oggi era proprio uno di questi giorni in cui contavamo di fare ordine, ma ecco che vengo avvisata di una richiesta di colloquio piuttosto urgente.
Così mi infilo speditamente nella mia stanza e al bussare lieve che segue, invito la nostra utente ad accomodarsi.
Conosco così Giorgia che mi appare subito molto preoccupata e triste.

Un caffè, un cioccolatino, un po’ d’acqua….?!

Il tentativo è di metterla maggiormente a suo agio e sollevare un po’ quel velo di emozioni negative che le sento addosso come a soffocarla.

No, no, ho bisogno solo di essere ascoltata.

Siamo qui apposta, Giorgia, l’ascolto con grande partecipazione.

Inizia così un racconto doloroso:

Non voglio abortire per la seconda volta. Sono fidanzata con un mio coetaneo, attualmente in grande difficoltà. Abbiamo 21 anni e tutti ci giudicano troppo giovani per diventare genitori. Abito a casa sua e questo non ci aiuta. Io sono innamorata di lui, anche se lo giudico una “testa calda” e non lo ritengo molto maturo.
Continuo a pensare alla grande assurdità del mio comportamento di 2 anni fa.
Infatti, pur vivendo in intimità, non rimanevo gravida e la cosa mi preoccupava molto.
Ecco poi la maternità: mi confermava di essere fertile, ma non sono stata capace di accoglierla.
La giovane età, la precarietà delle nostre condizioni, le insistenze di mia madre, mi hanno portato all’aborto.

Cerco i suoi occhi e la sua espressione rivela una bassa autostima e un grande rimorso.
Per un attimo un silenzio greve ci avvolge.

Si è trattato di una vera tragedia. Ho usato la pillola abortiva e l’attesa che l’evento avvenisse mi ha devastato. Ho potuto vedere il piccolo feto, c’era, esisteva.
Ho fatto una cosa terribile, che non riesco a dimenticare e che non vorrei ripetere.

Anch’io provo una certa sofferenza, per lei, per me ma, soprattutto, per quel piccolo bimbo che, nel posto più sicuro, ha perso la vita. Come siamo strani! Ci capita addirittura di giocare con la vita.

Ora sono di nuovi incinta e la situazione non è cambiata. Incertezza per il futuro, una vita segnata dal disagio economico e un’esistenza che cresce dentro di me. Che cosa fare? Solo la mia mamma sembra essere sicura: devo abortire.
Sono molto spaventata!

Per la verità lo sono anch’io; mi avvicino a lei e riesco solo a farle una carezza sui capelli.

Giorgia, vuole che guardiamo insieme le fotografie di come si sviluppa un bambino?

E cerchiamo quella del piccolo bimbo all’ottava settimana di gestazione.

Guardare questa fotografia mi riempie di gioia e mi rassicura.
Questo è mio figlio. Oggi riesco a capirlo bene.
Lei mi ha promesso una vicinanza costante e degli aiuti materiali.
E poi l’ho visto, così com’è: un bambino!

Anche oggi è nata una mamma!

Dalla pagina Facebook di Paola Bonzi

30 aprile 2019