Viviamo il nuovo anno sociale sulla “barca” di Gesù

By 25 Agosto 2025Attualità

Tra pochi giorni inizieremo un nuovo anno sociale. Ciò ci avverte da una parte che il tempo trascorre velocemente e dall’altra ci invita a ripensare al significato della nostra vita per comprendere sempre meglio qual è la meta del nostro cammino e il senso delle nostre azioni in questo viaggio. Dalle risposte che forniremo dipende la gioia o la tristezza del nostro vivere e di ogni nostra giornata.

Ma, per rispondere a questi interrogativi, è indispensabile l’ambito delle conoscenze umane, non essendo nessuna filosofia né alcuna dottrina in grado di replicare compiutamente. Questa realtà fu intuita da tutti i grandi pensatori della storia. Già Platone affermava che «se gli uomini dovessero abbandonarsi ad attraversare il mare della vita con i loro semplici ragionamenti, sarebbero come gente che si trova su una zattera senza consistenza, sbattuta dalle onde».

Miti e proclami falliti

I miti, i modelli e le utopie che negli ultimi decenni hanno tentato di assicurare la felicità sono naufragati, creando un clima di generale smarrimento e di insicurezza collettiva. Un’incertezza che si esprime nella paura per il futuro biologico dell’umanità. Ad esempio, le cinquantasei guerre in corso nel mondo che coinvolgono novantadue Paesi dalle più piccole alle più grandi ad esempio quella russa-ucraina o nella striscia di Gaza, ci hanno mostrato che possediamo i mezzi che potrebbero ridurre al limite la sopravvivenza sulla terra se fossero utilizzate armi nucleari.

La medicina e la scienza che avevano promesso di dominare tutte le malattie, di alleggerire molto la sofferenza e di allontanare anche la morte, hanno mantenuto le promesse solo in parte facendoci trovare impreparati di fronte a patologie impreviste come la pandemia di alcuni anni fa.

I valori etici e morali sono stati relativizzati per cui ci meravigliamo ad esempio del fenomeno della droga, ancora in crescita, ma sosteniamo un ampio permissivismo che trova, ad esempio, nei cannabis shop un punto di riferimento per adolescenti e giovani.

Ci preoccupiamo di tutelare gli animali e, contemporaneamente, permettiamo la morte di migliaia di bambini al giorno con l’aborto, e con l’anno 2025  abbiamo raggiunto a livello mondiale la cifra la cifra di 34.386.445. Un numero consultabile sul sito Woridomer dove è presente un contatore delle statistiche più importanti della società, dalla cultura all’ economica e, anche, sugli aborti.

I “paladini della morte” capeggiati dall’Associazione Luca Coscioni si stanno dando molto da fare per depenalizzare il “suicidio assistito” togliendo ogni minima tutela costituzionale alla vita terminale soprattutto alle persone deboli e vulnerabili. Non illudiamoci, questi non faranno un passo indietro nei loro progetti mortiferi.

E che dire della “teoria del gender” che ha preso di mira la scuola con decine di progetti nei vari istituti di ogni ordine e grado, mettendo a rischio il benessere di centinaia di bambini, ragazzi, adolescenti e giovani?

Per questo serve una barca più solida di una zattera per attraversare il mare della vita in questo anno sociale.

 La barca c’è e si chiama Gesù Cristo

Il cristiano questa barca la possediamo: è Gesù Cristo che rivela il significato, la grandezza e il valore dell’esistenza. Gesù, il figlio di Dio, mostra chi è Dio; infatti, «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato» (Gv 1, 18), e indica il destino che attende l’uomo.

E Lui continuamente cerca ogni persona per comunicargli il Suo messaggio e per ridare significato ad una vita spesso delusa, sbigottita e stanca.

Ebbene, la relazione con Dio è l’istanza fondamentale, e assolutamente irrinunciabile, per ogni essere umano. «Ci hai creati per Te, o Signore, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Te», amava ripetere sant’Agostino. E, F. Dostoevskij, gli fece eco affermando che «il senso più profondo dell’esistenza umana consiste nell’inchinarsi di fronte all’infinitamente grande».

Con questa certezza tutto acquista senso: i giorni, i mesi, gli anni che passano e, di conseguenza, nasce il desiderio di impegnarsi a non sciupare nessun momento della vita.

Ognuno ben sa che il suo cammino si interromperà, anche se ignora quando e come. Ciò ci deve spronare a “vivere bene il presente” lasciando perdere le cose futili e le distrazioni dell’esteriorità, superando sia la nostalgia per un passato ormai alle spalle che genera, spesso, lamento ed inerzia, sia l’essere troppo protesi verso quel futuro che, per ora, è solo un sogno troppo avanti a noi. Ammonisce san Paolo: «Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi, profittando del tempo presente» (Ef 5, 15-16). E ancora l’apostolo: «Non stancandoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo, mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti» (Gal 6, 9-10).

Programmare saggiamente l’anno sociale 2025/26 significa ricordare che: «Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata d’una cifra e d’un mese. La trattiamo alla leggera come un foglio di carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano» (Autore anonimo).

Anche Dio ci augura un buon anno sociale accompagnato dalla Sua benedizione.

Don Gian Maria Comolli