Lettera aperta dei palliativisti nel Comitato nazionale per la Bioetica a 15 anni dalla legge 38, tra le migliori e meno applicate per la Sanità, indispensabile mentre si parla di suicidio assistito.
Solo un quarto dei pazienti eleggibili per le cure palliative pediatriche riesce ad accedervi. E’ quanto emerge dallo studio “Palliped 2022-2023”, finanziato con il contributo non condizionato della Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio, condotto dalla prof.ssa Franca Benini. L’esperta ne ha parlato a Interris.it
Sono passati 15 anni dall’approvazione della legge 38/2010 sulle cure palliative. Il suo obiettivo principale è garantire a ogni cittadino il diritto a non soffrire inutilmente, assicurando l’accesso equo e uniforme alle cure palliative e alla terapia del dolore in tutto il territorio nazionale. A che punto siamo?
Eutanasia legale, in aumento i casi di pazienti che chiedono suicidio assistito anche per patologie non mortali, diminuite anche le cure palliative.
Il governo vuole appaltare l’erogazione della buona morte ai privati. I laburisti assicurano: «Sarà gratis, solleverà l’Nhs». Ma come si fa a parlare di libera scelta quando a 100.000 inglesi in fin di vita ogni anno viene negata un’adeguata assistenza palliativa?
Il dibattito su eutanasia e suicidio assistito si fa più incandescente e, oramai, si allarga sempre più il fronte favorevole ad una loro legalizzazione.
Il dibattito è tutto sulla scelta del paziente oscurando la situazione di chi convive a lungo con la malattia o esiti di un trauma: la testimonianza del fondatore della Casa dei Risvegli di Bologna.
L’ex ministro della Sanità Mariapia Garavaglia e la costituzionalista, entrambe componenti del Comitato nazionale per la Bioetica, ricordano i principi sui quali si fonda lo Stato: «Qui si misura la nostra civiltà»
Nel solo 2024 il Belgio ha registrato ben 4.000 richieste di eutanasia. Sono numeri drammatici quelli che arrivano dal secondo Paese europeo, in ordine cronologico, che ha legalizzato il suicidio assistito nel 2002, subito dopo l’Olanda, le quali testimoniano una deriva eutanasica inarrestabile.
Fine vita. Pro Vita e Famiglia: “E’ pericolosa l’apertura di FDI, si ritorni alle sole cure palliative”.