Cinquant’anni fa, nel 1975, Oriana Fallaci pubblicava la sua Lettera a un bambino mai nato, che ebbe sin dal titolo un successo straordinario.
La delegazione statunitense blocca un accordo della Commissione sulla Popolazione e lo Sviluppo, rigettando l’Agenda 2030 e i termini che sottintendono la promozione di aborto e ideologia gender. Una sterzata contro i compromessi al ribasso su vita e famiglia.
Nell’Occidente che si presenta come libero e democratico, e che fa un vanto della tolleranza – e della lotta alle discriminazioni -, c’è una particolare categoria di persone che, spesso nell’indifferenza dei media, è oggi sotto attacco: sono i pro life, coloro i quali si battono per la tutela della vita umana, senza se e senza ma.
Al boom di pillole “dei cinque giorni dopo” tra le giovanissime si aggiunge l’aumento delle interruzioni di gravidanza registrato dal Ministero della Giustizia tra le teen ager dopo quello complessivo.
I progressi biotecnologici, in particolare nel campo dell’editing-genetico e della clonazione, hanno consentito lo sviluppo della ricerca sugli xenotrapianti e cioè i trapianti di organi, tessuti o cellule provenienti da animali.
Nonostante la retorica dell’emergenza, le interruzioni di gravidanza toccano livelli record. Planned Parenthood celebra, ma moltiplica gli errori medici, taglia i servizi sanitari per investire in propaganda. Kennedy ordina una revisione della pillola abortiva.
In tema di accertamento della morte ha assunto particolare rilievo il problema della c.d. donazione “controllata” e cioè della forma di donazione che riguarda i pazienti che al momento della morte si trovano in terapia intensiva nelle strutture sanitarie, per i quali la morte segue alla limitazione e alla sospensione dei trattamenti sanitari e di sostegno vitale, per inefficacia e non proporzionalità dal punto di vista clinico o per rifiuto o rinuncia del paziente.
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA – Unfpa in cortocircuito: si lagna della denatalità e spinge sull’aborto
Fine del mito della sovrappopolazione, ma non della lucrosa ideologia abortista. Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) denuncia come il mondo stia attraversando una crisi di fertilità. Ma la ricetta è un maggior accesso all’aborto e alla contraccezione.
Secondo France Info , mancano nel mondo 150 milioni (sì, milioni!) di bambine, intercettate ed eliminate prima di nascere in quanto femmine. Da più di 20 anni è però in corso la diminuzione di questa pratica: a inizio millennio, a livello mondiale, non sono nate 1,6 milioni di bambine, oggi, venticinque anni dopo, la cifra è scesa a 200 mila e continua a calare. Un trend che si nota di più dove la preferenza per il figlio maschio era più accentuata, come in Corea del Sud.
Con i soldi dei contribuenti, ben 900.000 euro, la Regione Puglia finanzia il cosiddetto “social freezing”, ossia la crioconservazione degli ovuli per motivi non medici. Questo finanziamento non solo rappresenta una pressione indebita sulle giovani donne, ma le spinge verso una pratica che è tutt’altro che salutare e statisticamente fallimentare.