12 aprile 2025

(Prossimo aggiornamento sabato 19 aprile 2025)

Prepariamoci alla Pasqua con LA CONFESSIONE

Ci stiamo avvicinandoci velocemente alla Pasqua. Stiamo iniziando la Settimana Santa, quella per il cristiano la più importante dell’anno. In questi giorni dobbiamo anche riscoprire il sacramento della confessione. Un sacramento che molti hanno abbandonato poichè non ne comprendono totalmente e pienamente la ricchezza e il significato. Però, e questo direi che è il centro di tutto il discorso, nella confessione si attualizza anche oggi la parabola evangelica del figlio perduto e ritrovato (cfr. Lc. 15,11-32). Vi ricorderete che Cristo afferma che appena il padre, che rappresenta Dio, scorge il figlio che ritornava a casa immediatamente: “ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Ma non solo; ordina ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Questa gioia del padre è presente anche al termine di ogni confessione!

Il senso del peccato

Il punto di partenza per sentire il desiderio e il bisogno della confessione è il riconoscere la presenza del peccato che coinvolge tutti gli uomini. Per molti, soprattutto oggi, il peccato non esiste poiché ritengono che tutto sia permesso, oppure lo giustificano essendo stimolato dall’ambiente societario e culturale in cui viviamo. Quindi, gli altri, e non i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo, divengono il termine di confronto. E, allora, l’atteggiamento della maggioranza, spesso ricopiato acriticamente, è il loro termine di confronto. Altri, riferendosi alla teoria secondo cui riaffiora sempre nell’uomo il male già presente in lui, scordono le conseguenze delle decisioni personali. Perciò, reputano che anche nei confronti del peccato, non ci sia una responsabilità individuale dato che l’uomo compie, più o meno consciamente, ciò che il subconscio gli comanda. Dunque, se il peccato non è più percepito come tale nella sua gravità e serietà, allora il sacramento della riconciliazione è un atto inutile. Mentre noi, riferendoci al Vangelo, siamo sicuri e consapevoli che il peccato esiste avendone il Signore Gesù parlato più volte (cfr. Mt. 5, 22; 5.33, 8,19-22; 11.15-18; 12,22-37; 15,3-6; 18,6; 20,20-28; 23,1-36; Mc. 10,7-8; Lc. 12.13-15; Gv. 15,16). Il peccato distruggere la comunione con Dio e la carità nel cuore dell’uomo, induce l’uomo alla ribellione delle passioni e all’oscuramento della coscienza, manifesta un affetto disordinato per i beni creati. Inoltre, il peccato, genera nell’uomo un insieme di scissioni che lo rende infelice.

Un modello di confessione vitale e non ripetitivo

E’ il modello indicato dal cardinale Carlo Maria Martini nel testo “E’ il Signore” (Ed. InDialogo) che identifica tre momenti: la confessio laudis, la confessio vitae, la confessio fidei.

“Confessio laudis”, cioè la lode.

Spesso incominciamo la confessione affermando: “Ho peccato così e così…”. Martini invece consiglia di esordire con: “Signore ti ringrazio” ed esprimere a Dio i motivi di gratitudine presenti nella nostra vita. Frequentemente siamo pessimisti, sfiduciati e scoraggiati poiché notiamo prevalentemente il negativo presente in noi e, forse, possediamo anche poco stima di noi stessi, mentre il positivo lo riteniamo dovuto e doveroso. La lode capovolge la nostra visione e le nostre percezioni, mostrandoci i tanti doni quotidiani che il Signore Gesù ci elargisce e che spesso non vediamo e non riconosciamo. “Ti ringrazio – per esempio – perché mi doni la salute. Ti ringrazio perché vivo in una bella famiglia. Ti ringrazio perché ho il lavoro. Ti ringrazio perché mi hai riconciliato con una persona con cui mi trovavo male. Ti ringrazio perché mi hai fatto scegliere in un determinato modo. Ti ringrazio perché mi hai permesso di comprendere meglio in questi giorni la tal cosa…”.

“Confessio vitae”, l’esame critico della vita.

Un semplice elenco dei peccati è insufficiente; serve andare alla radice. “Dall’ultima confessione: che cosa nella mia vita in genere vorrei che non ci fosse stato; che cosa vorrei non aver fatto; che cosa mi dà disagio; che cosa mi pesa?”. Unicamente così entriamo profondamente in noi stessi, superando la superficiale visione formale dei peccati: “ho fatto questo, mi comporto male…”. Invece: “Signore, sento in me delle antipatie invincibili… che poi sono causa di malumore, di maldicenze, sono causa di tante tensioni… Vorrei essere guarito da questo. Signore, sento in me ogni tanto delle tentazioni che mi trascinano; vorrei essere guarito dalle forze di queste tentazioni. Signore, sento in me disgusto per le cose che faccio, sento in me pigrizia, malumore, sento in me dubbi che mi preoccupano…”. La “confessione di vita” ci mette a nudo, ci concede di esprimere alcuni dei più profondi sentimenti o emozioni che pesano e vorremmo eliminare: risentimenti, amarezze, tensioni, gusti morbosi…; li affidiamo alla misericordia di Dio.

“Confessio fidei”, mi affido nuovamente a Dio.

La confessione, dunque, non è un elenco di peccati ma è collocare il nostro cuore nel Cuore di Cristo, perché lo trasformi con la sua potenza. “Signore, so che sono fragile, so che sono debole, so che posso continuamente cadere, ma tu, per la tua misericordia, cura la mia fragilità, custodisci la mia debolezza, dammi di vedere quali sono i propositi che debbo fare per significare la mia buona volontà di piacerti e soprattutto la volontà di amare gli altri”. Confessando la nostra fede però scorga il pentimento: “Padre, riconosco e non vorrei mai averlo fatto… Padre, ho capito che…”.

Una confessione fatta così, che ovviamente va preparata, non annoia mai essendo sempre diversa ed essendo una tappa di crescita umana e spirituale. Con questa metodologia il sacramento della riconciliazione non è più quel momento umiliante e avvilente dell’elenco delle proprie colpe, ma quello esaltante, arricchente e inebriante in cui sperimentiamo e saggiamo la grandezza e la bellezza dell’amore di Dio.
Questa Settimana Santa è il momento opportuno per confessarsi e giungere preparati e rinnovati alla Pasqua.

Don Gian Maria Comolli

IL VANGELO DELLA DOMENICA

DOMENICA DELLE PALME

(13 aprile 2025)


Con questa domenica si apre la Settimana Santa; una settimana diversa dalle altre perché dovrebbe essere, appunto, “santa”. Ed è santa, perché in questi giorni Gesù ci mostra fino a che punto ci ama. Si reca a Gerusalemme ben consapevole che ciò gli sarebbe costato la vita, ed entra nella città santa da re, ma il suo volto non è quello di un uomo potente che incute paura o di un uomo forte che suscita timore; è il volto dell’ un uomo mite ed umile di cuore. E’ il volto di chi non vuole salvare se stesso o imporsi sugli altri ma aiutare chiunque.
Gesù entra anche oggi nelle città perché abbiamo bisogno di essere liberati dal male. Il male continua a percorrere le nostre strade, le nostre scuole, le nostre case, i nostri luoghi di lavoro e il cuore di ciascuno di noi. Ognuno di noi ne fa l’esperienza! E, il male e il dolore, si abbattono soprattutto sui più deboli; è presente molta sofferenza e molto dolore in tutte le città e i paesi. E, se allarghiamo lo sguardo, notiamo le immense negatività e le sofferenze della società e del mondo. Ebbene, il Signore Gesù, anche in questo Anno Santo 2025 ritorna tra noi per liberarci dal male, per aiutarci a combatterlo e a vincerlo. Solo lui ci fornisce la forza, solo lui aiuta ciascuno di noi e la nostra società a vivere meglio.

BUONA SETTIMANA SANTA

 

IL “CONTATORE” DEGLI ABORTI

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

Oggi siamo a 12.471.000

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LA “DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”

L’obiettivo del libro non è solo quello di illustrare e attualizzare i temi e riflessioni intorno a molteplici argomenti, ma soprattutto quello di stimolare molti a “rimboccarsi le maniche” affinché ognuno possa offrire il proprio contributo alla costruzione di una società “alternativa”, dove Dio e la vita dell’uomo siano nuovamente rispettati, venerati e onorati.

CONOSCI IL TESTO

BREVI VIDEO RIGUARDANTI IL PRIMO CAPITOLO

 

BIOETICA

Le librerie espongono vari testi sui temi bioetici redatti da autorevoli studiosi. Abitualmente, però, si passa oltre valutandoli complessi e reputando gli argomenti rivolti agli “addetti ai lavori” (bioeticisti, ricercatori, scienziati…). Al contrario, il testo che vi presento, si propone di superare questo pregiudizio, narrando la bioetica con un linguaggio semplice e chiaro, pur conservando intatto il rigore scientifico.
Il libro, dopo aver posto le basi del discorso etico e bioetico, esaminerà i momenti fondamentali della vita, ponendo l’attenzione ad alcune problematiche esistenziali e sociali affinchè la vita umana sia rispettata in tutte le sue fasi dal concepimento alla morte naturale.

CONOSCI IL TESTO

ALCUNI VIDEO CON INTERVISTE A “TV PADRE PIO” SUGLI ARGOMENTI PRINCIPALI DELLA BIOETICA

UN LIBRO ALLA SETTIMANA

B. Maggioni, I RACCONTI EVANGELICI DELLA PASSIONE, Cittadella Editrice, pp. 332. Euro 22,50

L’Autore presenta la Passione di Gesù attraverso sei episodi che vanno dal Getzemani alla morte di croce. Ciascuno di essi è visto con gli occhi dei quattro Evangelisti: dunque una lettura della Passione completa e al tempo stesso diversificata e convergente.
Bruno Maggioni, con la serietà del suo impegno scientifico e la chiarezza dell’esposizione, coglie il cuore del messaggio. Se il Figlio di Dio ha percorso sino in fondo la strada della Croce è perché non ha voluto sottrarsi allo “scandalo” che attraversa la vita dell’uomo e il corso della storia. Di questo scandalo la Croce di Cristo è l’immagine ingigantita ma è anche il superamento. Gesù, infatti, si è posto là dove Dio e l’uomo sembrano contraddirsi – la verità rifiutata, l’amore sconfitto, Dio assente – trasformando la contraddizione in possibilità di riscatto. Quale notizia più bella di questa?

LA NOSTRA BIBLIOTECA

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UN FILM ALLA SETTIMANA

I DIALOGHI DELLE CARMELITANE (1960) (visibile gratuitamente su YOU TUBE)


Era verso la fine del 1600 quando la carmelitana suor Elisabeth-Baptiste, circa un secolo prima della Rivoluzione francese, vide in sogno alcune monache del suo convento nella gloria del Cielo. Si trattava della premonizione del martirio che avrebbero subito alcune sue future consorelle, ghigliottinate il 17 luglio 1794. In data 18 dicembre 2024 papa Francesco ha decretato la loro canonizzazione dopo essere state beatificate da san Pio X il 27 maggio 1906. (APPROFONDISCI).

 

I NOSTRI FILM

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LE DOMANDE AL DON (8)

“Libertà” accompagnata dalla verità e dalla responsabilità 

Ho 17 anni e rifletto costantemente su tematiche riguardanti il mio futuro e sul significato della libertà. Ma quando ne parlo con i miei coetanei, mi accorgo che ognuno possiede una propria idea di libertà, spesso contrastante con il Vangelo. Lei cosa intende per libertà, e come possiamo essere veramente liberi? Michela.

LA RISPOSTA DEL DON 

«La libertà» affermava Don Chisciotte della Mancia rivolgendosi al suo scudiero Sancho Panza: «è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini». Poi continuava: «i tesori tutti che si trovano in terra o che stanno ricoperti dal mare non la possono eguagliare; e per la libertà, come per l’onore, si può avventurare la vita». Concordo con Don Chisciotte, ma suggerisco a Michela di ricercare l’autentica libertà, quella proposta dal Signore Gesù, lasciando perdere ogni banalizzazione. (Prosegui la lettura)

LE RISPOSTE DELLE SCORSE SETTIMANE 

SOSTIENI CHI “fa il bene” ANCHE A NOME TUO

Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio tre situazioni: i sacerdoti, un IRCCS (Ricerca e Cura a Carattere Scientifico) specializzato sulla psichiatria e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

SACERDOTI


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I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di credito, conto corrente postale, bonifico bancario.
Per le donazioni tramite conto corrente postale o bonifico bancario usare la causale “erogazione liberale art. 46 L.222/85”. Le donazioni per i sacerdoti sono deducibili dal reddito annuale fino a un massimo di euro 1.032,91.
Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

IRCCS CENTRO FATEBENEFRATELLI SAN GIOVANNI DI DIO di BRESCIA

L’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia è un centro leader nella ricerca e cura delle malattie psichiatriche e della malattia di Alzheimer. I programmi di ricerca sono un aspetto essenziale dell’assistenza: permettono di scoprire nuove cure e trattamenti nell’interesse di tutta la comunità. L’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli ha stabilito rapporti collaborativi con qualificati centri italiani, europei e statunitensi, dimostrando capacità di operare in gruppi di lavoro internazionali. Infatti, l’integrazione tra clinica e ricerca rappresenta un importante punto di forza perchè il lavoro sperimentale è strettamente connesso alla cura. L’IRCCS cura ogni anno oltre seimila pazienti e gestisce nove Unità/Laboratori di ricerca e cinque Servizi di Ricerca.
Conosci l’IRCCS e come donare

DON MAURIZIO UDA

<Siamo saliti a Garzola, frazione di Como, attuale residenza di don Maurizio Uda. Con don Maurizio abbiamo visitato la sua casa su tre piani ascensore interno e stanze pregevolmente arricchire da stucchi sul soffitto e grandi finestre su un panorama stupendo. La villa è dotata di tante stanze che don Maurizio ha aperto a chi per molti motivi si trova in momenti particolari della propria vita. Don Maurizio ha sgombrato le stanze e le ha riadattate con letti a castello per gli ospiti. Eravamo in tredici ma con don Maurizio e i suoi ospiti ci siamo trovati in un attimo in una tavolata di venti persone. E così abbiamo conosciuto persone fragili che dopo aver perso il lavoro sono cadute nella dipendenza dell’alcool. Alla nostra tavola anche chi dopo un periodo di detenzione e sconto della pena ritrova la libertà ma non l’autonomia di una vita dignitosa trovando solo porte chiuse. Ad esempi, una giovane famiglia singalese e un africano che fuggono da situazioni difficili. Mario ha cucinato la pasta a cui don Maurizio ne ha aggiunta visto il numero dei commensali, poi secondo, frutta e dolce hanno concluso il pranzo domenicale. Questo è don Maurizio> (da https://www.masci-como.it/blog/2024/01/23/domenica-a-garzola/).

Chi fa BENE “il bene”

Un’associazione di Volontariato o Ente di Terzo Settore alla settimana

UN BREVE CORSO PER VOLONTARI: LINK

 

 

ASSOCIAZIONE NEVRA

SCOPO DELL’ ASSOCIAZIONE

Nel cuore delle battaglie silenziose, c’è un dolore che spesso non ha voce: il dolore neuropatico cronico. L’associazione Nevra, fondata da pazienti e professionisti e per i pazienti, è una realtà senza scopo di lucro che si impegna a dare dignità, ascolto e rappresentanza a chi convive ogni giorno con questa condizione invisibile e spesso incompresa. Il dolore neuropatico non è soltanto un sintomo, ma una malattia vera e propria. Una malattia che sfugge agli sguardi, ma che segna profondamente la vita di chi ne soffre. Nevra nasce proprio per colmare quel vuoto di attenzione e riconoscimento che circonda tante persone, ancora oggi troppo spesso lasciate sole nel loro percorso. Non cerchiamo clamore, ma cambiamento. Non rincorriamo slogan, ma soluzioni. Ogni nostra azione è pensata come un abito su misura per chi soffre, perché crediamo che il dolore meriti rispetto, attenzione e giustizia.

SERVIZI PRESTATI DALL’ASSOCIAZIONE

Attraverso convegni, attività di sensibilizzazione, collaborazioni con esperti del mondo clinico, giuridico e culturale, l’associazione lavora per far emergere il dolore neuropatico come una questione non solo sanitaria, ma anche sociale e umana. Promuove un cambiamento di paradigma, affinché la malattia venga intesa in tutta la sua complessità, considerando non solo l’organo ma anche la persona. Nevra costruisce ponti tra pazienti, professionisti, filosofi, giuristi, artisti e giornalisti, credendo che solo un approccio multidisciplinare e coraggioso possa dare risposte vere. Il dolore non è mai solo fisico: è anche invisibilità, incomprensione, perdita di senso. Per questo raccontarlo, condividerlo, ascoltarlo, è già una forma di cura.

SEDE DELL’ASSOCIAZIONE
Milano, Via Antonio Mosca 142 Piazza Napoli 24. Tel. 02.87165613 email info@nevra.it

PER CONOSCERE L’ASSOCIAZIONE:  LINK

 

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino: 

-La vita

-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

In LINKEDIN troverete un proseguo del Blog (ultima settimana 42.322 impressioni). VISITA

Twitter di Papa Francesco

#La passione di Gesù diventa compassione quando tendiamo la mano a chi non ce la fa più, quando solleviamo chi è caduto, quando abbracciamo chi è sconfortato# (13 aprile 2025)

#Vi ringrazio tanto per le vostre preghiere. Anch’io prego per voi, e vi chiedo di affidare con me al Signore tutti i sofferenti, specialmente chi è colpito dalla guerra, dalla povertà o dai disastri naturali# (13 aprile 2025)

RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ONLINE “CONTROCORRENTE”

(Gli articoli più significativi di alcuni giornali online ma poco conosciuti)

 

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