Le cure palliative garantiscono dignità e sollievo ai malati, ma in Italia l’accesso resta disomogeneo. Mentre il Nord offre reti strutturate, il Sud fatica a garantire assistenza adeguata, soprattutto pediatrica. Investimenti, formazione e integrazione nel Servizio sanitario nazionale sono le sfide per colmare il divario.
Una fuga in avanti “prevedibile” per i ritardi colpevoli e ingiustificati del Parlamento. Una legge che “ha interpolato il dettato della Corte” e mette a rischio le persone più fragili e sole. Dal giurista Alberto Gambino fa un duplice auspicio: un’accelerazione del Parlamento per arrivare finalmente ad una legge nazionale e, contestualmente, un’impugnativa del provvedimento regionale da parte del Governo
Il suicido della persona può essere mero problema “organizzativo”?
Monsignor Gherardo Gambelli interviene con chiarezza nel confronto dopo il varo in Regione della prima legge italiana sul suicidio assistito. «Non è un traguardo ma una sconfitta per tutti».
La donna s’è spenta dopo una vita passata in coma, drammatica conseguenza di un incidente stradale in Veneto. E quella vita è stata amata, accolta, moltiplicata.
Dopo il voto in Toscana sul fine vita, noi malati e amministratori locali dobbiamo ribadire con forza che il suicidio non è la soluzione alla sofferenza.
L’Associazione Coscioni difende un progetto di legge per introdurre l’eutanasia in Toscana. Le cure palliative sono la vera risposta alla disperazione.
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge sul fine vita promossa dall’associazione Luca Coscioni.
Aprendo un ciclo di webinar sui 30 anni di “Evangelium vitae” il segretario generale dell’episcopato italiano ricorda che «occorre liberare dal dolore e dalla solitudine». E interviene sul fine vita.
Chi dice che l’aiuto alla morte suicida è stato sdoganato dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, mente. Esso resta un delitto, che in casi d’eccezione non è più punibile.