Ho appena letto un libro del filosofo G. Agamben “A che punto siamo? L’epidemia come politica” (ed Quodlibet) dove fa un’analisi molto dura della gestione della pandemia da parte dei governi occidentali, compreso quello italiano. Nella quarta pagina di copertina afferma: “In nome della biosicurezza e della salute, il modello delle democrazie borghesi coi loro diritti, i loro parlamenti e le loro costituzioni sta ovunque cedendo il posto a un nuovo dispotismo in cui i cittadini sembrano accettare limitazioni delle libertà senza precedenti”. Agamben nel testo più volte sottintende ad alcune sue preoccupate espressione il concetto di “biopolitica”. Essendo un concetto abbastanza nebuloso, vorrei chiedere una sua illustrazione e perché questo agire da parte dello Stato oltre che essere in contrasto con la democrazia limiterebbe la libertà dei cittadini. Martina
La depressione post-aborto che colpisce molte donne che hanno interrotto la gravidanza, e può proseguire anche per molti anni, spiegata da una psicologa clinica e raccontata dalla testimonianza di chi l’ha vissuta in prima persona.
Unplanned narra la storia vera di Abby Johnson, una ex-dipendente dell’organizzazione di cliniche abortive piú potenti d’America, la Planned Parenthood. Nell’organizzazione fece una rapida carriera ottenendo la direzione di una delle cliniche piú importanti del Texas. (Planned Parenthood nel 2008 premiò Abby come «dipendente dell’anno»). Improvvisamente Abby per carenza di personale si trovò a coadiuvare un medico nell’aborto di un feto alla tredicesima settimana e questo cambiò la sua vita per sempre. Oggi è una paladina a favore della vita.