I servizi sociali inglesi portano in tribunale una famiglia, dove su cinque figli (due naturali e tre in affido) tre hanno già cambiato o stanno per cambiare sesso. Ma per il giudice non c’è nulla di anormale. Uno dei loro cinque bambini, a soli sette anni aveva già iniziato il percorso di transizione, a 13 era diventato a tutti gli effetti e per la legge una ragazza. Un altro ha manifestato importanti «problemi con l’identità di genere». Un terzo, che oggi ha sei anni, fin da quando ne aveva tre veniva vestito e chiamato col nome di una bambina. Non c’è giornale del Regno Unito che non si stia occupando del caso dei «fratelli che diventano ragazze».
Tutte le domande scatenate dall’inchiesta del Times sulle attività che fanno capo alla Tavistock & Portman (la controversa clinica del National Health Service inglese che si occupa di “curare” i minori che soffrono di disforia di genere e da cui si sono licenziati 18 medici in tre anni), sono emerse prepotenti ora che a esprimersi su una vicenda accaduta nella Contea di Lancashire è stato un giudice dell’Alta Corte inglese. Leggi
Interessante articolo di una pediatra americana Monique Robles, MD, che denuncia la labilità scientifica dell’approccio terapeutico nei trattamenti dei bambini con disforia di genere. In un’epoca in cui le Linee-guida “evidence based” (basate su evidenze scientifiche) fanno la parte del leone in ogni campo della Medicina, sembra che questo delicatissimo campo abbia una deontologia a parte. Leggi
Si è concluso oggi alla Casina Pio IV in Vaticano, il workshop dedicato alla robotica e all’intelligenza artificiale. Esperti da tutto il mondo si sono confrontati su una delle sfide più attuali e ancora poco conosciuta per i risvolti soprattutto etici a cui può condurre. Leggi
A Berlino, presso la sede della nunziatura, è stato presentato il libro “Pal-life, il libro bianco per la promozione delle cure palliative” testo curato dalla Pontificia accademia per la vita e preparato da un gruppo internazionale di esperti in cure palliative. L’evento vuole promuovere una cultura dell’accompagnamento alla fine della vita. Leggi
Consacrata e docente: “L’uomo non si pone limiti, massimizza il profitto a danno degli altri.”
Ci domandiamo perché, in genere, nella pubblicità turistica che si fa dell’Italia ovunque nel mondo si parla sempre molto più del Rinascimento che del Medioevo? Eppure, anche le memorie di quest’ultimo attirano le folle di visitatori che, in genere, devono “andarle a scoprire” nei loro itinerari peninsulari.
L’Istat ha diffuso le prospettive per l’economia italiana. Domanda estera, bassa inflazione e pochi investimenti non ci aiutano.
“Erano tempi belli, splendidi, quando l’Europa era un paese cristiano, quando un’unica Cristianità abitava questa parte del mondo plasmata in modo umano; un unico grande interesse comune univa le più lontane province di questo ampio regno spirituale”. Con queste parole si apre un saggio del poeta Novalis, pseudonimo del Freiherr Friedrich Leopold von Hardenberg, edito postumo solo parzialmente nel 1802 e che conobbe una storia testuale molto ingarbugliata e numerose edizioni fra loro discordi prima di accedere alla definitiva forma testuale solo nel 1880: noi lo conosciamo come Christenheit oder Europa ed è un elogio del “pieno medioevo” nel quale il papato sarebbe stato l’elemento centrale, equilibratore e rigeneratore del continente e della sua civiltà.