Allarme. In Italia solo 3 persone in età da lavoro per ogni anziano. Record in Europa

By 20 Maggio 2018Attualità

Il Continente invecchia: l’indice di dipendenza degli anziani dalle persone tra 15 e 64 anni è salito al nuovo massimo. Al nostro Paese il primato negativo.

L’Europa è un continente sempre più vecchio. Circa un europeo su cinque ha più di 65 anni e per ogni anziano ci sono ormai solo poco più di tre persone in età lavorativa. I dati relativi al 2017 sono stati diffusi da Eurostat e ripropongono seriamente il tema della sostenibilità dello Stato sociale. Più sono infatti gli anziani in pensione in rapporto ai giovani che lavorano e più difficilmente un Paese può guardare con serenità al proprio futuro. L’indice di dipendenza degli anziani, che misura proprio il “supporto” disponibile per gli over-65, ha raggiunto lo scorso anno il livello record del 29,9%.
La crescita di questo indicatore è costante negli anni. Vent’anni fa era attorno al 20%, il che significa che nel 1997 vi erano ben cinque giovani a supportare un anziano. Dieci anni fa l’indice era al 25%, dunque nel 2007 per ogni persona sopra i 65 ce ne erano quattro tra i 15 e i 64 anni. Oggi, come detto, le persone in età lavorativa per ogni ultrasessantacinquenne sono scese a tre.
In questa classifica il record negativo spetta all’Italia, con un indice di dipendenza prossimo al 35%, seguita da Grecia (33,6%), Finlandia (33,2%), Portogallo (32,5%) e Germania (32,4%). L’Italia è anche nel gruppo di paesi che hanno visto l’indice di dipendenza aumentare più rapidamente negli ultimi 20 anni, con una crescita del 9,6%.
Il tema del crollo del numero di persone in età da lavoro rispetto a chi si è ritirato non riguarda solo l’Europa. Il calo della natalità, unito all’aumento delle aspettative di vita, sta creando problemi un po’ ovunque nel mondo. Nel 1980 i paesi che facevano i conti con il calo dei 15-64enni erano solo 9, oggi sono ben 40. L’Economist di recente ha dedicato un’inchiesta a questo argomento, riportando l’opinione di un economista della Commissione europea, Jorg Peschner, il quale ha rilevato come i Paesi con problemi demografici passino troppo tempo a chiedersi come dividere la torta che si restringe (ad esempio quella previdenziale) e troppo poco tempo a chiedersi come evitare che questo non avvenga.
Le ricette per contrastare il declino demografico e il calo della popolazione attiva sono note, spaziano dalle misure per favorire la natalità agli interventi per riuscire ad attirare popolazione giovane da altri Paesi o da altri continenti. La questione, come rilevato sempre dall’Economist, è che i Paesi con il più grande deficit demografico sono spesso anche quelli che maggiormente si oppongono all’immigrazione.

Massimo Calvi
Avvenire.it, 8 maggio 2018