EDITORIALE – Questo Natale “non dimentichiamoci” di fare il presepio

By 7 Dicembre 2019Attualità

Domenica scorsa, papa Francesco, si è recato a Greggio e ha firmato una Lettera Apostolica del titolo: “Admirabile signum “ per richiamare a tutti i cristiani l’importanza del presepio che il Pontefice ha definito un Vangelo vivo che racconta l’amore di Dio, che ci educa a contemplare il Signore Gesù.

Con questo testo, il Papa, invita a superare l’idea che il presepio sia unicamente una semplice pratica devozionale, rivolta soprattutto ai bambini, per comprendere il suo valore esistenziale, poiché ci aiuta quasi a toccare l’evento del Natale che rappresenta il cuore del cristianesimo, quasi “toccarlo”, poiché se la fede non arriva al livello dell’immaginazione rischia di non essere interiorizzata. E’ inoltre una modalità per ritrovare il senso originario del Natale e superare il rischio di festeggiare dimenticando “il Festeggiato”.

E’ la pazzia che corrono tanti nostri contemporanei, anche in questo caso sragionando, poiché e pura pazzia fare regali, pranzi, viaggi… senza comprendere le motivazioni del proprio agire. Se scordiamo la nascita del Signore Gesù, se è assente la preparazione spirituale, se facciamo scomparire i simboli religiosi come ha stoltamente fatto l’Ikea, perché facciamo festa? Per “ingrassare” i profitti già ingenti delle multinazionali o dei piccoli negozi che nel periodo natalizio quadruplicano i prezzi?

“Il Natale – ha affermato Benedetto XVI -è fermarsi a contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che si fa uomo nell’umiltà e nella povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi stessi quel Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni. Celebrare il Natale è quindi manifestare la gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato in tutta la nostra esistenza, per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità, della luce di Dio agli altri”. E’ questa l’idea essenziale che dobbiamo trasmetterla a quelli che vivono accanto a noi, senza timore ma con audacia nei confronti di una società che non si fa scrupoli nell’eliminare i segni religiosi che fanno parte del nostro patrimonio di tradizione e di cultura che non può andare perduto, poiché una nazione che recide le sue radici è destinata a un futuro problematico e incerto.

Superiamo l’errata idea che il presepio può infastidire qualcuno: l’ateo o l’immigrato. Poiché come a tutti è concesso manifestare il proprio pensiero e le proprie idee mediante la parola, i simboli e gli eventi, perché il cristiano dovrebbe rimanere nascosto o in disparte? Il cristiano ha il diritto, anzi il dovere di manifestare con orgoglio la propria fede, infatti san Paolo esorta i cristiani: “insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna” (2 Tm 4,2) e, il presepio, è una di queste occasioni. Per quanto riguarda la presenza di migranti nel nostro Paese questo non è assolutamente un problema poiché compito di ciascuno di noi è educare lo straniero alla socialità, ai valori fondanti la nostra cultura e le nostre tradizioni, al rispetto delle leggi, alla conoscenza dei doveri e dei diritti, ribadendo con fermezza le regole basilari di ogni convivenza. E poi, abbiamo potuto costatare negli scorsi anni di fronte alla stoltezza di alcuni insegnanti che hanno voluto eliminare dalla scuola i segni del Natale, che i primi a lamentarsi sono proprio stati loro, gli stranieri, affermando con chiarezza che a loro non davano nessun disturbo o turbamento.

Quest’anno facciamo nostro e concretizziamo l’appello che il Papa ha rivolto alle Delegazioni che hanno offerto il presepio e l’albero di Natale per Piazza San Pietro.Come sapete, pochi giorni fa sono stato a Greccio a visitare il luogo dove San Francesco fece il primo presepe. Da lì ho pubblicato una Lettera proprio sul presepe, che è un segno semplice e mirabile della nostra fede e non va perduto, anzi, è bello che sia tramandato, dai genitori ai figli, dai nonni ai nipoti. È una maniera genuina di comunicare il Vangelo, in un mondo che a volte sembra avere paura di ricordare che cos’è veramente il Natale, e cancella i segni cristiani per mantenere solo quelli di un immaginario banale, commerciale” (5 dicembre 2019).

Case, piazze, vie, negozi, scuole, ospedali, uffici, centri commerciali… abbiano il loro presepio come avviene ogni anno ad Assisi che ebbi la fortuna di visitare nel periodo natalizio; da ogni parte ti giravi c’era un presepio.  Che meraviglia!

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