Donna incinta respinta al confine con la Francia. Torino, Beauty muore: il marito, “mi sento vuoto”

Donna incinta respinta al confine con la Francia: la nigeriana Beauty, molto malata, voleva ricongiungersi con la sorella, ma è morta in Italia dopo il parto.

Destiny, il marito di Beauty, la donna incinta respinta alla frontiera con la Francia mentre tentava di ricongiungersi con la sorella, è un uomo distrutto. Come riportato da Il Corriere della Sera, i pensieri del nigeriano sono quelli di un padre che adesso ha una sola ragione di vita, il piccolo Israel:”Ora voglio pensare a mio figlio. Voglio che abbia una vita migliore. Che non finisca a chiedere l’elemosina. Ma non sono felice. Mi sento vuoto. Mia moglie era tutto per me”. Il racconto di Destiny è struggente, soprattutto quando spiega le ragioni che hanno portato Beauty a morire:”Voglio restare in Italia e farò di tutto perché non mi portino via mio figlio. Gli parlerò di sua madre. Voglio che sappia che lei aveva i documenti in regola, che poteva andare in Francia ma ha scelto di essere riportata in Italia per restare con me, che ero irregolare”.

IL FIGLIO IN RIPRESA
Ha destato molto scalpore la notizia della donna nigeriana incinta respinta al confine dalla polizia francese. Beauty, questo il nome della migrante, è morta giovedì scorsa dopo aver dato alla luce il piccolo Israel, un bambino nato prematuro che in poco tempo è già diventato la mascotte dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Enrico Bertino, primario della Terapia intensiva neonatale del Sant’Anna, ha spiegato:”Si nutre del prezioso latte della banca del latte che mamme generose hanno voluto donare. Siamo ottimisti, – continua il medico, – ha già cominciato a prendere peso. Ora siamo a 960 grammi (è nato di 700 grammi, ndr)”. Anche il papà del neonato, rifugiato al pari della moglie, sta ricevendo la solidarietà da parte della comunità torinese. Prima della tentata traversata, l’uomo risiedeva a Napoli insieme alla moglie ma, come riporta TgCom24, adesso trascorre le sue giornate in ospedale e la notte si reca in un dormitorio torinese.

IL RESPINGIMENTO AL CONFINE CON LA FRANCIA
Stava tentando di ricongiungersi con la sorella, Beauty, la nigeriana incinta gravemente malata respinta al confine dalla gendarmeria francese. Insieme al marito, anche lui richiedente asilo, aveva sfidato il freddo e la fatica provando la traversata del Colle della Scala, ma quando i militari francesi li hanno scovati non hanno esitato un attimo e l’hanno riportata in Italia. Paolo Narcisi, presidente dell’associazione Rainbow4 Africa, che si occupa di fornire assistenza ai migranti nella zona, a Repubblica ha raccontato:”Li hanno lasciati davanti alla saletta di Bardonecchia senza nemmeno bussare alla dottoressa che era di turno all’interno”. Il dramma si è consumato la notte del 9 febbraio, più di un mese fa, quando Beautyfaticava a respirare e non riuscava neanche a stare seduta a causa di un linfoma arrivatole al petto. Da qui il trasporto in ospedale, prima a Rivoli e e poi al Sant’Anna di Torino, dov’è rimasta ricoverata per più di un mese, spegnendosi giovedì.

LA NASCITA DI ISRAEL
Prima di morire, però, Beauty il suo piccolo miracolo lo ha compiuto. Ha dato alla luce Israel, un bambino di 900 grammi dato alla luce premature grazie alle cure dei medici e degli infermieri del reparto di Ostetricia e Ginecologia diretta dalla professoressa Tullia Todros e dell’ematologia ospedaliera delle Molinette diretta dal dottor Umberto Vitolo. Adesso Israel si trova nella Terapia Neonatale del Sant’Anna, diretta dalla professoressa Enrica Bertino. La professoressa Todros spiega:”Il bambino sta bene nonostante sia nato pretermine. Abbiamo cercato di portare la gravidanza il più in là possibile compatibilmente con le condizioni della mamma. Quando abbiamo deciso di farlo nascere era perché non si poteva più aspettare”. La dirigente del reparto ha aggiunto:”Il bambino ora pesa quasi 900 grammi. All’inizio ha avuto bisogno di assistenza nella respirazione ma va meglio. Sta diventando progressivamente sempre più autonomo e siamo cautamente ottimisti ma sarà un processo lungo”.

Dario D’Angelo
Il Sussidiario.net, 24 maggio 2018