Paolo Vallesi nel Burkina Faso: “Un pozzo per essere felici”

By 24 Febbraio 2018Testimoni

Dieci giorni in uno dei Paesi più poveri del mondo insieme all’associazione Shalom e l’invito a verificare come si spendono i soldi della beneficenza: «Ho visto uomini che combattono contro difficoltà per noi impensabili, ma vivono sereni».

La felicità, stavolta, era nascosta nella sabbia e nel fango, a settanta metri di profondità. E quando, dopo un lieve tremore, l’acqua dalla terra si è proiettata verso il cielo disegnando un improbabile arcobaleno, l’intero villaggio ha iniziato una strana danza della beatitudine. «Ho visto bambini che ridendo e alzando le mani al cielo saltavano tra gli zampilli. E io quelle immagini le ho ancora dentro di me. Lo saranno per sempre», racconta Paolo il musicista. Perché anche un pozzo scavato in un villaggio senza nome a un’ora da Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, uno dei sette luoghi più poveri al mondo, può vibrare come uno strumento, regalarti melodie e armonie assolute. Farti vibrare l’anima. Paolo il musicista ha un cognome celebre: Vallesi. È uno dei cantautori italiani più apprezzati in Europa, ha scritto brani che hanno fatto il giro del mondo, comeLaforza della vita. Dopo aver partecipato a due partite del cuore per raccogliere fondi per il Burkina Faso, all’inizio di gennaio Paolo ha deciso di accettare un invito di don Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom. «Mi ha detto di venire a vedere come avevamo speso i soldi raccolti e io – racconta Paolo Vallesi – ho accettato. È stata una rivelazione. L’Africa la conoscevo soltanto per lavoro durante i miei concerti, come protagonista del reality la Talpa e da turista, ma guardarla dalle lenti cognitive di un visitatore che cerca di aiutare gli altri è qualcosa di indescrivibile».
L’errore del viaggiatore
Sostiene Paolo che c’è un errore fatale che un visitatore compie spesso viaggiando in questi luoghi: «Credere di aver capito tutto dopo pochi giorni, dare un giudizio semplificativo di un universo che è davvero lontano anni luce dal nostro mondo liquido. Nella capitale del Burkina Faso – spiega – vivono tre milioni di persone, tutti hanno un telefonino, ci sono motorini ovunque. Vedi persone ben vestite, ben educate. Poi, se ti sposti verso le periferie, la povertà è totale. Non hanno neppure i mezzi per scavare pozzi in profondità per avere acqua non contaminata. Eppure, nonostante tutto, riescono a essere felici. E, anche se nulla hanno, la loro dignità è straordinaria e la loro solidarietà commuove. Quando è stato scavato il pozzo dai volontari dell’onlus Shalom, la riconoscenza ha toccato l’empireo. I contributi delle adozioni a distanza sono fondamentali, con poche decine di euro al mese si salvano bambini che i volontari sfamano e riescono a far studiare. Loro non chiedono, ma noi dobbiamo muoverci».
Un maestro di un coro eccezionale
Il viaggio di Paolo è durato una decina di giorni. La spedizione ha raggiunto l’estremo Nord del Paese, ai confini con il Niger, la nazione dilaniata dal terrorismo. «Qui – racconta ancora Vallesi – la maggioranza è islamica, ma c’è una chiesa per bambini cristiani che hanno formato un coro. Quando hanno saputo che ero un cantante mi hanno coinvolto. Sono bravissimi, hanno una sensibilità musicale sopraffina, una passione e un ritmo da musicisti esperti. Combattono ogni giorno difficoltà per noi occidentali impensabili, eppure riescono a vivere con serenità». Così Vallesi si è trasformato anche in un maestro del coro eccezionale. Ha intonato con i bambini le melodie della loro terra, ha imitato i loro gesti, il modo di guardare il cielo. E ha insegnato loro le canzoni occidentali, riviste e corrette, interpretata con gli strumenti di quella cultura. Sostiene Paolo il cantautore che forse questa felicità così inattesa arriva da un diverso modo di osservare il mondo, di pensare, di riflettere. «È accaduto anche a me, quando di notte ho guardato la bellezza sublime che qui ha il cielo stellato», ricorda Vallesi. E a volte si ha la sensazione che quelle stelle illuminino la nostra coscienza morale. Vibrando, come la più sublime delle melodie.
Mario Gasperetti
www.corriere.it/buonenotizie, 10 febbraio 2018