Un medico abortista si è reso conto di agire come un nazista, e da allora non ha più ucciso altri bambini

La testimonianza di un medico ex abortista neo-zelandese e della sua consapevolezza di essere stato complice di uccisioni ingiuste, in questo articolo di LifeSiteNews ci fa riflettere sulla banalità del male che vede l’aborto come un semplice adempimento previsto dalla legge e ci illustra come la legge restrittiva presente oggi in Nuova Zelanda stia per essere allargata permettendo l’aborto fino alla nascita.

Mentre la Nuova Zelanda si muove per  depenalizzare l’aborto , due video di un ex medico abortista stanno attirando molta attenzione. In uno dei video, si spiega l’aborto chirurgico del secondo trimestre noto come D&E (= Dilatazione ed Evacuazione). Nell’altro, condivide la sua storia di conversione pro-life, in cui ha avuto la consapevolezza sulla similitudine tra Olocausto e aborto.

Il Dr. Norman MacLean della Nuova Zelanda è stato un ostetrico e un ginecologo per quasi 40 anni. Ha fatto nascere 8.000 bambini, di cui 2.000 per taglio cesareo. Fu mentre era al National Specialist Service di Dundee, in Scozia, che iniziò a praticare aborti senza aver riflettuto molto sulla questione. In Nuova Zelanda, venivano effettuati pochissimi aborti, ma a Dundee si era più progressisti per quanto riguarda l’aborto, ha spiegato.

“Il mio primo giorno a Dundee, sono in sala operatoria”, ha detto. “Faccio un’isterectomia con un superiore, un consulente. Poi lui mi dice: ‘Sai fare D&E?’ Dilatazione e Evacuazione. Dico “Sì. Nessun problema.” Avevo fatto molti di questi per aborti incompleti – una procedura comune per gli specialisti in formazione. Mi ha detto: “Beh, puoi fare il resto della lista.” Ho detto: “Nessun problema”. Quindi mi sono messo a lavare le mani.

Entra l’infermiera e le dico: “Per favore, può dirmi qual è l’indicazione per la prima operazione che ha bisogno del D&E.” Risponde “È solo il solito”. Dico: ‘Bene, questo è il mio primo giorno di lavoro. Qual è il solito a Dundee? Dice “Interruzione di gravidanza”. Ero un po‘ a disagio perché in effetti non avevo mai fatto interruzioni di gravidanza in precedenza. Sapevo che c’erano dei problemi etici, ma non ci avevo mai pensato su seriamente. E poi mi sono detto, beh se dico di no perché mi sento a disagio dovrà venire a farlo qualcun altro.

Sapendo che la donna era già sul tavolo con le gambe in posizione, MacLean ha praticato il D&E e ha continuato con gli altri cinque previsti per quel giorno. Ha continuato per un anno, praticando circa 200 aborti in tutto. Poi ha avuto una rivelazione.

Da adolescente, leggendo dell’Olocausto, MacLean era stato “molto turbato” e aveva “faticato a capire” come“una società democratica e cristiana” potesse consentire l’orrendo massacro di esseri umani innocenti.

“Era incomprensibile per me come una cosa del genere fosse potuta accadere su una scala del genere”, ha detto. “Sapevo che il Hitler era un uomo cattivo, ma come avevano potuto farlo tutte le persone coinvolte nell’aprire i rubinetti del gas?”. Ha proseguito:

“Bene, dopo un anno di pratica di aborti in cui pur sentendomi un po’ a disagio collaboravo con il sistema, mi è venuto in mente che stavo facendo la stessa cosa. Stavo facendo esattamente la stessa cosa”.

Stavo sopprimendo, facendo a pezzi, bambini non ancora nati innocenti e indifesi, ma nella mia mente erano uguali agli Ebrei o ai 270.000 bambini disabili che il popolo tedesco aveva ucciso prima di passare agli Ebrei.

E in modo drammaticamente vero, ho capito che non era giusto. Questo non era quello che avrei dovuto fare. Questa non è la Medicina, la medicina che dava vita e guarigione che volevo praticare. E da quel giorno ho smesso di [commettere aborti].”

Usando i video di Live Action Abortion Procedures (Procedure di aborto dal vivo, n.d.t.), MacLean spiega le varie modalità con cui i medici abortisti uccidono gli esseri umani non ancora nati: la pillola abortiva, l’aborto chirurgico, D&E nelle prime 10 settimane, quello D&E del secondo trimestre in cui il bambino viene smembrato e, infine, l’uso di ormoni in compresse per indurre il travaglio anche in gravidanza avanzata. Il problema con l’uso delle compresse, dice, è che ci sono buone probabilità che il bambino nasca vivo perché non viene attivamente ucciso prima della nascita.

MacLean osserva che poiché l’obiettivo di una procedura di aborto è di avere un bambino morto, il medico abortista deve uccidere il bambino prima che sia uscito dall’utero; diversamente potrebbe essere accusato di infanticidio. Quando vengono utilizzate le compresse per indurre il travaglio c’è un alto rischio che il bambino nasca vivo proprio come accadrebbe durante il travaglio naturale. Questo succede quando viene utilizzato l’aborto “a nascita parziale”. Come si vede nella rappresentazione grafica qui di seguito, durante un “aborto a nascita parziale”, il bambino viene fatto nascere nella posizione podalica e ucciso aspirandone il cervello prima che la testa venga espulsa.

MacLean afferma che se la legge sull’aborto neozelandese passerà, il numero di aborti tardivi come questo aumenterà e su questo non ha “nessun dubbio”. Gli esseri umani viventi, dice, saranno uccisi in modi “raccapriccianti”.

Tutti sanno, prosegue, che il bambino non ancora nato è vivo perché ha un battito cardiaco tre settimane dopo la fecondazione e “da quel giorno fino alla morte di quell’essere umano, quel cuore continuerà a battere. Non c’è dubbio su questo”.

E poiché quel battito cardiaco esiste e cesserà di esistere solo quando la persona muore, “non c’è dubbio che in ogni interruzione della gravidanza in qualsiasi fase della gravidanza o qualunque metodo venga utilizzato – ormoni, pillole o operazioni – al bambino viene fermato il battito cardiaco e quindi muore e poiché questa procedura è stata eseguita deliberatamente – il bambino è stato ucciso.”

“Questo è il motivo per cui la Commissione Reale è stata così saggia nel dichiarare che c’è un conflitto di diritti tra la madre che è viva e il bambino non ancora nato che è vivo e che questi diritti in conflitto dovrebbero essere soppesati“, ha osservato. “Ma con la nuova legge che viene proposta sembrerebbe che la madre abbia tutti i diritti e non sia dato nessun riconoscimento all’esistenza del bambino, alla vita del bambino, al valore del bambino”.

Attualmente ci sono tre opzioni che il governo della Nuova Zelanda sta prendendo in considerazione per ampliare l’accesso all’aborto.

L’opzione A non prevede alcuna legislazione specifica. L’aborto sarebbe solo un’altra procedura medica, benché non si tratti di assistenza sanitaria.

L’opzione B consentirebbe una valutazione medica ufficiale prima che l’aborto possa essere eseguito con il medico abortista che dovrebbe approvare l’aborto come la decisione migliore per le circostanze. L’aborto, ovviamente, non è mai il miglior modo di agire perché ogni volta un essere umano è deliberatamente condannato a morte.

L’opzione C è una combinazione di A e B con un limite agli aborti oltre le 20 (o 22) settimane per i qualisarebbe prevista la valutazione medica ufficiale per determinare se l’aborto debba essere eseguito o meno.

Naturalmente, con ciascuna di queste opzioni, gli aborti potrebbero essere commessi in qualsiasi momento della gravidanza basandosi esclusivamente sul fatto che il medico abortista –  l’unica persona che trarrà profitto economico dall’aborto  – decide che è necessario. Questo è un grosso conflitto di interessi.

Avendo lui stesso commesso aborti e portato alla luce migliaia di bambini, MacLean definisce giustamente le nuove leggi proposte in Nuova Zelanda inutili e “scioccanti oltre ogni immaginazione”.

Nancy Flanders

14 settembre 2019

https://www.liveaction.org/news/former-new-zealand-abortionist-like-nazis/

https://www.sabinopaciolla.com/un-medico-abortista-si-e-reso-conto-di-agire-come-un-nazista-e-da-allora-non-ha-piu-ucciso-altri-bambini/.