Saviano vuole legalizzare la cocaina

By 4 Ottobre 2019Salute

Comunicato Campagna SOS ragazzi

 

Inostri ragazzi continuano ad essere il bersaglio di sinistre campagne per la legalizzazione delle droghe.

Adesso il pericolo si fa davvero serio!

Non bastano, infatti, i martellanti appelli per rendere legali le cosiddette “droghe leggere”, ultimo dei quali diffuso dalla senatrice Monica Cirinnà.

Ora si vuole andare oltre l’immaginabile. Nei giorni scorsi – udite, udite! – si è arrivati persino a teorizzare la legalizzazione della cocaina!

Sì, hai capito bene: c’è chi vorrebbe che l’atroce polvere bianca venisse venduta nelle tabaccherie, legalmente, come fosse un francobollo o un pacchetto di gomme da masticare.
E sai chi è stato l’artefice di questa proposta choc? Lo scrittore Roberto Saviano, non nuovo a clamorose uscite in favore della legalizzazione delle sostanze stupefacenti.

Già in passato, nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda sulla Rai, l’intellettuale caro alla sinistra globalista aveva pontificato sulla legalizzazione delle sostanze stupefacenti. Egli ne aveva elogiato i presunti effetti benefici nel contrasto alla criminalità e noi avevamo protestato contro il servizio pubblico.

Ma stavolta Saviano ha voluto alzare il tiro, ed ha attirato su di sé – per l’ennesima volta – le attenzioni mediatiche.

Nel corso del Festival del Cinema di Venezia, durante la presentazione della serie tv Zerozerozero, lo scrittore ha detto: “La cocaina andrebbe legalizzata, solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali. La legalizzazione trasformerebbe l’economia mondiale”.

L’idea che viene propugnata dai sostenitori della legalizzazione delle droghe è sempre la stessa: se lo Stato si mette a vendere le sostanze stupefacenti, si stronca il mercato gestito dal crimine organizzato.

L’idea, insomma, è quella di uno Stato spacciatore, concorrente dei criminali.
Dal punto di vista etico, siamo di fronte a una aberrazione! Ricordiamo che l’art. 32 della Costituzione sancisce che lo Stato ha il dovere di garantire il diritto alla salute dei cittadini.

E invece con la legalizzazione non si fa altro che minimizzare la pericolosità di sostanze che producono morte!

Già, perché non dobbiamo mai dimenticare che la droga uccide. Secondo i dati di Geoverdose, nel 2018 in Italia ci sono stati 255 decessi dovuti all’assunzione di droghe. E 27 di queste morti sono state causate dall’assunzione di cocaina.

Alimentare una cultura permissiva sul tema delle droghe può avere quindi effetti letali. In questo modo l’aspetto educativo viene sacrificato sull’altare della pur importante lotta al narcotraffico.

Oltretutto, a tal proposito vale la pena spendere due parole.

A chi ritiene che legalizzare la droga sia l’antidoto allo spaccio dei criminali, ha risposto tempo fa Nicola Gratteri, che non è un semplice scrittore di successo, ma il procuratore di Catanzaro, magistrato in prima fila nella lotta alla ‘ndrangheta.

In un’intervista a La Stampa, Gratteri ha affermato: “Penso che uno Stato democratico non si possa permettere il lusso di liberalizzare ciò che provoca danni alla salute dei cittadini”. E – ha aggiunto – “di sicuro non risolveremmo il problema di contrasto alle mafie” perché “le mafie per coltivare canapa non pagano luce, acqua e soprattutto personale, se si legalizza invece bisogna assumere operai, pagare acqua, luce, il confezionamento, il trasporto”.

Il magistrato anti-mafia ha spiegato in un’altra occasione: “Ritengo di poter dire la mia, perché da 30 anni contrasto la mafia che introduce l’80% di droga in Italia. Gente sopra le nostre teste che non sa nulla di droga parla di legalizzazione. Non accetto questi slogan che pompati mediaticamente diventano credibili e questo è un guaio”.

Sono d’accordo con Gratteri. Nemmeno io accetto che chi predica la legalizzazione di sostanze mortifere venga incensato come fosse un guru.

Per questo ti invito a sommergere Saviano di critiche per dimostrargli che la maggioranza degli italiani è contro lo smercio legale di cannabis e cocaina.

Sono sicuro che anche stavolta, insieme, riusciremo a far sentire la nostra voce contro chi diffonde ideologie di morte.

Federico Catani