Cambiano i pronomi personali e regna la confusione totale

By 16 Ottobre 2019Gender

«Le forze sociali cambiano lingua». Merriam-Webster, uno dei più noti dizionari inglesi on-line, aggiunge pronomi di genere neutro. I giorni scorsi sono stati pieni di novità, una delle più incredibili è quella relativa alla decisione di Merriam-Webster di introdurre i generi neutri nel dizionario affinché non si sentano discriminate le persone transgender: i pronomi di genere neutro «loro» e «loro stessi» sono stati aggiunti al dizionario, insieme ad oltre 530 altre parole.

La decisione è stata presa per «affrontare i modi complessi in cui vediamo noi stessi e gli altri”. Le parole «essi e loro» sono «usate per riferirsi a una singola persona la cui identità di genere è non binaria», il che significa che non necessariamente si identificano con il linguaggio binario di maschio o femmina. Persone non binarie e di genere non conformi sono esistite nel corso della storia e attraverso le culture, ma come ha osservato Merriam-Webster, «abbiamo faticato a trovare la lingua giusta per descrivere queste persone e in particolare i pronomi giusti». L’uso di «loro» e «loro stessi» ha guadagnato una maggiore visibilità negli ultimi anni come pronome. «La novità è che alcune persone scelgono di riferirsi a se stesse come “loro” non solo in un modo singolare, ma in un modo non binario o non specifico di genere», ha dichiarato Peter Sokolowski, un editore generale di Merriam- Webster, al TIME.

La stella della prosa Indya Moore, l’attrice nera Asia Kate Dillon e l’attrice di “The Hunger Games” Amandla Stenberg hanno tutti affermato negli scorsi anni di identificarsi con i pronomi «loro» o «loro stessi», così come ha fatto il cantante britannico Sam Smith durante il fine settimana scorso.

Diverse parole e frasi sulla razza e l’identità, inoltre, sono tra le centinaia di nuove parole aggiunte da Merriam-Webster: «non inventiamo questi termini, stiamo provando a registrarli come registriamo cambiamenti nel linguaggio che hanno già avuto luogo». Ora che per via di alcune affermazioni di popstar e attori, la terza persona plurale inglese e il suo proprio pronome è stato “ampliato”, nei dialoghi interpersonali o nelle prove scritte come si potrà comprendere il senso di ciò che si legge? Questa confusione del gender, trasformatasi in confusione linguistica, non farà altro che moltiplicare il dannoso caos attuale, una fluidità di relativismo che moltiplicherà l’incomunicabilità e la coesione sociale.

di Luca Volontè

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