Informazione. Più etica non “guasta”, anzi…

By 5 Giugno 2020Attualità

Leggendo tutti i giorni una rassegna stampa e seguendo quotidianamente programmi radiofonici e televisivi d’informazione, non posso non accorgermi dell’abissale disparità riservata dai mezzi di informazione ai vari eventi che accadono quotidianamente. Ricordo, per fami comprendere meglio, alcuni casi degli ultimi giorni: il primo inerente due dolorose situazioni mondiali, il secondo riferito ai pettegolezzi di casa nostra. Quello mondiale.   L’approvazione da parte del parlamento cinese della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong che ha comportato la fine dell’autonomia dell’ex colonia britannica, e di conseguenza, la privazione per gli abitanti di quella città e provincia dei diritti politici e civili. Subito dopo si sono diffuse negli Stati Uniti violente rivolte a seguito dell’orrenda uccisione dell’afro-americano George Floyd. Per quanto riguarda “casa nostra”: gli assembramenti del 2 giugno a Roma nel corso della manifestazione organizzata dal centro-destra e quelli a Codogno per la visita del Presidente della Repubblica nella prima città italiana vittima della pandemia.

Ebbene, nei commenti delle due vicende, ho notato “due pesi e due misure”. Mentre la decisione cinese ha trovato solo qualche misero spazio sui giornali ed è stata velocemente liquidata dalle televisioni, il fatto americano occupa da giorni varie pagine dei giornali e i mezzi di comunicazione impazziscono nel seguire gli eventi e nel commentare la situazione, quasi increduli dell’occasione offerta per attaccare il presidente Trump. Al di là del fatto che le due situazioni non sono paragonabili per gravità, i più si sono scordati “chi è Xi Jinping” e come opera “il regime comunista” da lui capitaneggiato responsabile tra l’altro della strage del 1989 di piazza Tienanmen. Per quanto riguarda gli “assembramenti” sono avvenuti sia a Roma sia a Codogno. I primi sono stati condannati senza “se” e senza “ma”, i secondi sono rimasti invisibili anche se testimoniati da foto e video.

Mentre riflettevo su questo mi sono ricordato un’espressione di Theodor Adorno, filosofo e sociologo tedesco: “Non c’è pensiero che è immune dalla sua comunicazione e basta formularlo nella falsa sede e in senso equivocabile per minare la sua verità” (Minima moralia, Einaudi pg. 71). Questa attualissima frase mostra che anche oggi, tanti, nel comunicare notizie o commentare fatti, scordano due elementi fondamentali per ogni professione, compresa quella giornalistica: l’etica e la deontologia. Questa “dimenticanza”, oltre che tradire il lettore che attende notizie oggettive e obiettive, attendibili e veritiere, libere da ogni compromesso, condizionamento e opinioni personali strumentalizzanti, ha spesso la finalità di plagiare, suggestionare e dominare chi dà fiducia ai comunicatori, essendo gli “operatori della notizia”, “i mediatori” tra l’utente della carta stampata o dei programmi televisivi o radiofonici e la notizia. Di fronte alla vastissima responsabilità della professione giornalistica, questa deve essere regolata e accompagnata da un’ abbondante garanzia etica, sempre e qualunque argomento tratti. Molteplici sono i Documenti che trattano ciò, ma spesso sono disattesi. Ne evidenzio tre.

-“Legge n. 69/1963” che Istituisce l’Ordine dei Giornalisti. All’ articolo 2 sono enunciati i principi fondanti la professione e si afferma, tra l’altro: “È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica… ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati accompagnata dalla lealtà e dalla buona fede”.

-“Carta Informazione e pubblicità” del 14 aprile 1988 che si stabilisce il diritto del lettore a una corretta informazione. “Da parte sua il giornalista deve verificare in maniera preventiva l’attendibilità e la correttezza di quanto viene diffuso”.

“Carta dei doveri del giornalista” dell’8 luglio 1993: “il rapporto di fiducia fra gli organi d’informazione e i cittadini è la base del lavoro del giornalista”.

Questi Documenti offrono due importanti suggerimenti ai professionisti della comunicazione: la verifica dell’autenticità delle notizie e la libertà dai condizionamenti nell’espressione del loro pensiero.

Il professionista della comunicazione deve sempre tutelare il diritto del pubblico alla conoscenza di fatti provati e confermati ma, a volte, è oggetto di  “pressioni” implicite o esplicite. Cosa comunicare e soprattutto come scegliere? Rivolgendosi all’etica e ai suoi principi che rappresentano il faro per il navigante. Da una parte il faro illumina l’ostacolo da evitare; dall’altra  spaziando sull’orizzonte, il faro invita a prendere il largo e rende possibile la scoperta.

Accanto alla responsabilità dell’informatore dobbiamo porre anche quella dell’utente. E, allora, un consiglio per tutti. Ricerchiamo sempre la verità, approfondendo e confrontandoci con i mezzi di comunicazione per poi formarci “il nostro giudizio”, non quello degli altri o quello imposto dai mass media o da taluni opinionisti. In altre parole: non compriamo nulla a scatola chiusa! E’ in gioco la nostra libertà, che è autentica unicamente quando non ci lasciamo incatenare dai mille lacci che la società sta apponendo alle nostre caviglie per privarci della pace del cuore, l’unica che concede di scrutare il domani con speranza e con ottimismo. E’ anche il servizio che questo sito tenta di offrire.

www.gianmariacomolli.it