EDITORIALE – Dalla povera vedova al piccolo Alex. Riflessioni sulla gratuità

By 10 Novembre 2018Attualità

Il Vangelo di questa domenica ci presenterà una “povera vedova” che fa la sua offerta al Tempio di Gerusalemme nel più assoluto anonimato e unicamente il Signore Gesù si accorge di lei e la indica come esempio.

La gente arrivava al Tempio, dava la propria offerta e l’incaricato annunciava ad alta voce la somma, e i presenti spesso uscivano con esclamazioni di meraviglia. L’incaricato indicò ad alta voce anche la somma della vedova, forse con un sorriso di commiserazione: “due spiccioli”. Ma Cristo interviene affermando: “questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. Dunque la donna ha elargito una somma di valore irrilevante, ma diversamente dagli altri ha donato non il superfluo ma l’essenziale,  due monete, quando per la sua povertà poteva accontentarsi di darne una. E non è utopia ritenere che quella vedova abbia faticato quel mese a far “quadrare i conti”.

L’episodio della generosità e dell’anonimato della vedova, e la vicenda del piccolo Alex, un bambino italiano in cura a Londra per una grave malattia genetica rara e che necessita urgentemente di un trapianto di staminali, e di conseguenza di un donatore di midollo osseo, mi sollecitano a ricordare a tutti delle azioni che ci fanno riscoprire la vita come un dono, e che quindi potremmo compiere per ridonare agli altri fiducia e serenità, ma forse per pigrizia tralasciamo.

La donazione del sangue mediante trasfusione, una pratica non pericolosa ma riveste un alto livello valoriale.

Iscriversi al registro italiano dei donatori del midollo osseo presso l’Associazione Admo essendo questa l’unica speranza di ricominciare a vivere per chi soffre di leucemia o di altre gravi malattie del sangue. In Italia circa 1.000 persone ogni anno necessitano de trapianto del midollo osseo, ma purtroppo solo il 25% di questi malati trova un donatore compatibile tra i familiari. Per tutti gli altri si deve ricorrere a donatori estranei, e la probabilità di rintracciare il “donatore giusto” è di 1 su 100.000. Un caso che suscitò scalpore dopo la sua morte fu quello di Fabrizio Frizzi; alcuni anni fa donò parte di midollo osseo ad una ragazza sedicenne afflitta da leucemia salvandogli la vita.

Rendere disponibili i nostri organi in caso di una tragica fatalità iscrivendosi all’Aido.

Anche questo è un gesto che assume un grande valore etico, un alto significato sociale ed è pienamente in linea con il messaggio evangelico poiché renderebbe meno infelice la vita di altri. Il papa emerito Benedetto XVI, nei primi mesi del suo pontificato, ricevendo un Associazione di Donatori di Organi, affermò: “E’ lecito aderire, spontaneamente e in piena coscienza, alla cultura dei trapianti e della donazione d’organi. Da parte mia posso dire che sono anni che ho dato la mia disponibilità a donare, in caso di un evento tragico, i miei organi a chi si trova nel bisogno. Sono iscritto da anni ad un’ associazione e porto sempre con me questo documento dove, oltre ai miei dati personali è scritto che io sono disponibile, di fronte ad un’evenienza, ad offrire i miei organi per aiutare chiunque avesse bisogno. E’ un atto d’amore, un atto di affetto gratuito, un atto di disponibilità” (6 febbraio 2006).

Il gesto disinteressato della povera vedova e questo pensiero molto umano del Papa emerito ci stimolimo a riflettere su queste tematiche e ad agire di conseguenza nell’ambito di una solidarietà di tutti verso tutti.

Don Gian Maria Comolli