Lo scrittore. Mosca Mondadori: «L’Eucaristia al centro della mia vita»

By 25 Giugno 2019Testimoni

Un intenso dialogo fra la giornalista Monica Mondo e il rampollo di due illustri famiglie che fin da bambino ha avuto cambiata la vita dall’incontro con Gesù nell’ostia consacrata.

Qui sotto uno stralcio del libro di Arnoldo Mosca Mondadori e Monica Mondo Il farmaco dell’immortalità. Dialogo sulla vita e l’Eucaristia (Scholé. Pagine 96. Euro 10,00). «Farmaco dell’immortalità» è il modo con cui gli antichi Padri denominavano il corpo di Cristo: uno scandalo per i pagani, un mistero per i cristiani. Da qui il dialogo spirituale tra lo scrittore Arnoldo Mosca Mondadori e l’autrice e conduttrice di Tv2000 Monica Mondo. Entrambi credono che Dio si faccia compagno del vivere e sia la sola architrave che risponde al bisogno di bellezza, amore e verità.

Arnoldo Mosca Mondadori La coscienza di essere peccatori. Se non c’è quella, davvero ci sarebbe un grave rischio. Il cammino spirituale è molto serio, e si sviluppa nel tempo. Ha bisogno di alcune regole essenziali. La prima è ascoltare la propria coscienza, con cui fare i conti, e la coscienza non può essere doppia. La doppiezza dev’essere unificata, in tensione verso l’unità, davanti a Dio, all’Amore. Questa onestà agli occhi di Dio vede scorrere tutte le possibili disonestà e doppiezze, per portarle alla luce. Il tempo ti aiuta a capire che hai bisogno di un ordine. La mattina dev’esserci un momento di ringraziamento. La vita si deve trasformare pian piano in una preghiera ininterrotta, la preghiera come un respiro continuo, la vita come liturgia. Un “a tu per tu” con Dio che non può escludere nessun istante della giornata. Per iniziare penso sia essenziale pregare la mattina e la sera, come ci insegnano i monaci. Se per qualche giorno non ricevo l’Eucaristia ne sento la mancanza. L’Eucaristia è un bisogno, non le si può resistere. Toglietemi tutto, non l’Eucaristia. Nessuna tentazione, nessun peccato potrebbe farmi rinunciare all’Eucaristia. Una cosa che ho capito, come dicevo, è che Lui vuole essere il primo, il “preferito” (Senza di me non potete fare nulla): solo scegliendo Lui come primo tutto trova il suo posto. È Lui che mette tutto nel giusto ordine. È la via maestra. Io sono la via, la verità e la vita. La via maestra a cui tutte le religioni dovrebbero guardare con rispetto. I pianeti non potrebbero stare in piedi senza il sole, e il sole senza la via Lattea… e così via. Cristo è il Sole dei Soli.

Monica Mondo Oggi assistiamo invece a un abbassamento della verità. Prendiamone solo qualche pezzettino che va bene a tutti. Non devo abbassare il livello della fede per permettere il dialogo. Se sono gli stessi uomini di Chiesa che a volte svalutano, perché mai un povero cristiano dovrebbe crederci? L’Eucaristia per un cristiano cattolico è ben diversa dal memoriale che celebrano altre confessioni, per cui pane e vino sono un simbolo. Una presenza non sostanziale, ma che dipende dalla tua fede. È vero, dicevamo prima, meglio a tutti che niente. Se è grazia sacramentale, come il Battesimo. Magari si battezzassero tutti anche senza crederci.

(A.M.M.) O noi diciamo che nell’Eucaristia si rivela quel che sarà, la realtà ultima, fondante di tutto ciò che è, o non stiamo dicendo la verità. Ci vuole il coraggio di dire che nell’Eucaristia si rivela la Realtà, e tutte le leggi che sostengono la realtà materica, l’universo, l’essere umano. Chi non crede a questa verità dovrebbe secondo me perlomeno tenerla come possibilità (amo gli agnostici che ascoltano e non ti guardano dall’alto al basso e che pur non credendo non escludono quella possibilità). Mi piacerebbe vedere tra i cristiani sempre più degli innamorati, come gli apostoli dopo la resurrezione di Gesù, di cui si dice negli Atti: Non potevano non tacere.

(M.M.) Parlare di questo innamoramento è rischioso, potresti perdere la tua onorabilità, o essere guardato come un tipo bizzarro, da frequentare con discrezione. Ma si può contagiare di questo amore in altri modi. Anche insegnando a fare il pane santo, le ostie…
(A.M.M.) È normale essere presi per folli, anche perché il cristianesimo in sé è follia per il mondo. Un giorno mi sono chiesto nella preghiera come poter comunicare a tante persone che Lui è lì, presente, e in un istante ho sentito dentro di me che avrei potuto organizzare un laboratorio in carcere dove fossero i carcerati a preparare le ostie per i sacerdoti. Forse poteva essere un modo non canonico per dire il paradosso dell’amore divino: quelle ostie preparate da persone che avevano commesso gravi delitti sarebbero diventate Dio. Un modo per far riflettere credenti e non credenti su questo immenso mistero d’amore. Così nell’anno della Misericordia, il 2015, sono andato nel carcere di Opera, e ho proposto a Giacinto Siciliano di poter aprire un laboratorio di produzione di ostie. Ha accettato subito. Sono stati coinvolti tre detenuti, tre persone che avevano ucciso ma che erano realmente cambiate interiormente, e hanno iniziato a produrre, con piastre manuali, ostie. Ostie che sono state richieste da centinaia di chiese in Italia e nel mondo. Il patto era ed è questo: le ostie vengono donate a chiunque le chieda ma si chiede al sacerdote di parlare durante la Messa del senso dell’Eucaristia nella nostra vita. Il progetto si chiama “Il senso del pane”. Ad oggi sono state prodotte e donate oltre due milioni di ostie, che non hanno un valore numerico: ognuna di essa è l’intenzione di parlare a una persona precisa e porla di fronte al mistero eucaristico.

(M.M.) Il tuo progetto vuole che siano dei detenuti a imparare e diventare a loro volta formatori. Gli ingiusti, i ladroni, che preparano il pane per la consacrazione. Terra e spirito, peccato e grazia. Tutto è salvato da Cristo.
(A.M.M.) Hanno insegnato a produrre ostie a distanza con delle videolezioni. È nato in Mozambico, a Maputo, nella Casa della Misericordia di padre Antonio Perretta, il primo laboratorio di ostie “figlio” del laboratorio del carcere di Opera. Detenuti e ex detenuti producono ostie per tutto il territorio e le ostie vengono donate a tantissime chiese. Anche in Sri Lanka sta nascendo, sempre grazie ai detenuti formatori del carcere di Opera, un laboratorio dove lavoreranno ragazze che altrimenti rischierebbero di entrare nel mercato della prostituzione. Nascerà presto anche un laboratorio a Buenos Aires, dove lavoreranno ex ragazzi di strada. In ogni luogo del mondo mi piacerebbero dei laboratori così, per far rifiorire la cultura eucaristica e per dare dignità attraverso il lavoro alle persone più svantaggiate, agli ultimi. E tutto questo è possibile attraverso una piccola fondazione che ha ricevuto la benedizione di papa Francesco, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

Monica Mondo

12 giugno 2019

https://www.avvenire.it/agora/pagine/leucaristia-la-verit-e-il-senso-della-mia-vita