Don Pietro, il sacerdote minacciato perché aiuta i poveri di Roma

By 6 Febbraio 2019Testimoni

Bigliettino nel giorno del suo compleanno: risponderai davanti a Dio dei sacrilegi e delle profanazioni compiuti in questa chiesa.

Caro reverendo, la chiesa è la casa del Signore, non dei poveri! Risponderai davanti a Dio dei sacrilegi e delle profanazioni compiuti in questa chiesa“.

È questo il biglietto di “auguri” ricevuto oggi 23 gennaio, nel giorno del suo compleanno, da monsignor Pietro Sigurani, rettore della basilica di Sant’Eustachio nel cuore di Roma, a due passi dal Pantheon. La colpa di don Pietro è quella di aver trasformato la basilica in un vero e proprio ‘polo per il sociale’: da sei anni, sotto il porticato, circa 120 persone ricevono ogni giorno un pasto completo, dal primo al dolce (La Repubblica Roma, 23 gennaio).

Docce, lavanderia e aula pc

Da questo autunno, poi, nelle cripte della basilica è aperta ‘la casa della misericordia’, un centro di aggregazione con docce e lavanderia, un’aula pc, un presidio di supporto psicologico e, presto, un presidio medico. “Una specie di caffè in cui chiunque può trovare riparo, fare due chiacchiere e incontrarsi”, spiega don Pietro all’agenzia Dire (23 gennaio).

 “Non ci spaventiamo”

La Basilica è piena dei suoi “scartati”, che aspettano l’inizio del pasto per festeggiarlo: «Facciamo queste attività da 6/7 anni, sicuramente non ci spaventano queste cose», dice in riferimento al biglietto ricevuto.

«Anzi – aggiunge- queste cose per noi sono un onore, perchè vuol dire che capiscono che quello che facciamo è una cosa che gli da un pugno nello stomaco. Non so chi è stato e non mi interessa, c’è  ancora gente che ha questo senso dei luoghi sacri ma l’unico luogo sacro è la persona dice il Signore. L’unico spazio sacro che esiste è in ognuno di noi».

Gelsomini Del Guercio

Aleteia, 24 gennaio 2019