La nuova frontiera LGBT: i “drag kids”

By 15 Febbraio 2019Gender

Non bastavano le drag queen, uomini travestiti da donne che si esibiscono in spettacoli volgari (alcuni di loro anche in biblioteche pubbliche a leggere favole LGBT  a bambini con il plauso dei genitori): la nuova frontiera sono i drag kids, bambini trasformati in fenomeni da baraccone, fatti esibire travestiti da donna in locali e contesti allucinanti.

Uno dei più famosi è Desmond Naples, in arte Desmond is Amazing, un bambino di New York di dieci anni che dall’età di sette viene fatto esibire nei locali gay degli Stati Uniti. Divenuto una vera e propria icona ispiratrice, secondo il cantante drag RuPaul, Desmond rappresenta il futuro dell’America”. Il bambino avrebbe fondato inoltre la Haus of Amazing, la prima casa in cui ragazzi drag kid possono esibirsi e travestirsi senza timore di essere giudicati.

Ecco una frase a lui attribuita:

«La gente dovrebbe avere la possibilità di ballare, cantare o vestirsi in qualunque modo. Puoi esprimerti come vuoi. Non importa se ti piace il jazz o il rap, il balletto o la sala da ballo, gli abiti da donna o i completi da uomo. Puoi semplicemente farlo. A me piace Diana Ross. Forse piace anche a te».

In età prescolare, Desmond si divertiva a vestirsi con gli abiti della madre, mettendo in testa asciugamani per creare delle parrucche. A sei anni, dopo aver visto il cartone animato Frozen,  chiese alla madre di comprargli un costume come quello di Elsa.

A nove anni, il bambino dichiarò la sua omossesualità ai genitori, dicendo inoltre di desiderare di vestirsi da donna. Il suo essere gay si identificava nella certezza di non essere attratto dall’altro sesso e dal fatto che, in futuro, avrebbe voluto accanto a sé un compagno maschio.

Per comprendere meglio il livello di sessualizzazione precoce a cui questo bambino viene sottoposto, ricordiamo una notizia riportata dal Daily Wire, in cui a dicembre il piccolo Desmond, travestito da donna in maniera sessualmente esplicita, avrebbe ballato in un locale gay a Brooklyn mentre uomini adulti gli lanciavano dei soldi.

Uno dei presenti ha così commentato:

“Me ne sono andato dopo aver visto un bambino ballare sul palco mentre gli gettavano dei soldi, era sabato sera e questa cosa mi ha disturbato

Il fenomeno di Desmond is Amazing rappresenta nient’altro che la strumentalizzazione da parte della lobby LGBT della fragilità di una ragazzo di dieci anni, creando un inquietante business che sta sdoganando condotte pedofile. E allora ci chiediamo: i genitori del piccolo Desmond dove sono? O sono troppo impegnati a battere le mani durante le esibizioni raccapriccianti del figlio?

L’altro drag kid balzato sui media è Nemis Quinn, canadese di dieci anni, meglio conosciuto come Queen Lactatia. E’ diventato una star dopo essere apparso, alcuni anni fa, sul palco con la volgare drag queen “Bianca Del Rio” all’ultima data del “Werq The World Tour”.

I genitori di Nemis, che supportano pienamente il figlio nel voler essere una drag queen, hanno così commentato:

“Quando Nemis è fuori dal personaggio, si identifica in un maschio e quando è una drag si identifica in una femmina. Per Nemis la drag è una performance, un personaggio. Quando diventa Lactatia, diventa il suo personaggio, diventa una ragazza col pene. Per quanto riguarda i ruoli di genere, abbiamo dato ad entrambi i nostri bambini l’ideale che non c’è niente solo per femmine e niente solo per maschi. E’ cresciuto indossando i costumi da principessa e scarpe fantasia di sua sorella mentre giocavano con le monster trucks e andavano sullo skateboard”

Continuano dicendo che Nemis “comprende che la maggior parte dei drag queen sono gay; è qualcosa di cui abbiamo parlato molto a lungo perché (Nemis) ha espresso la sua preoccupazione che la gente non lo creda una “vera” drag o non lo prenda seriamente perché non è gay. Forse adotterà un’identità gay nel futuro? Chi lo sa?”

Alle telecamere, Nemis ha dichiarato:

“Penso che chiunque può fare ciò che vuole nella vita. Non importa cosa pensano gli altri… Se vuoi essere una drag queen e i tuoi genitori non vogliono, necessiti di nuovi genitori”.

All’epoca della dichiarazione, Nemis aveva otto anni. C’è da rabbrividire nel pensare alla diseducazione mostruosa che gli è stata impartita, alla terribile violenza psicologica che sta subendo.

“Stiamo assistendo all’abbraccio della comunità LGBTQ+ alla violenza minorile coltivando la malattia mentale nel promuovere il “drag” nel bambino. Non serve un ingegnere missilistico per sapere che questo alla fine porterà al gioco sessuale”, ha dichiarato Stephen Black, vittima di abusi sessuali nell’infanzia, prima omosessuale ed ora uomo cristiano di famiglia.

Continua raccontando a LifeSiteNews:

“Oggi vediamo – veramente, proprio davanti ai nostri occhi – un declino morale come non abbiamo mai assistito, un mentalità demenziale che chiama il male bene ed il bene male. La Bibbia aveva previsto che questi giorni sarebbero arrivati e li stiamo sicuramente vivendo”.

Come non rabbrividire vedendo queste vittime innocenti della lobby LGBT sacrificate e diventate delle pedine totalmente asservite al gender diktat? Le parole evangeliche risuonano chiare e terribili:

Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare.” (Matteo 18,6).

Chiara Chiessi

29 gennaio 2019

La nuova frontiera LGBT: i “drag kids”