TEMPI.IT -La Francia cancella il padre: i figli si fanno dal notaio con due madri

La legge di bioetica è stata approvata: le coppie lesbiche e le donne single potranno fare figli con la fecondazione e nello stato civile il padre sarà sostituito da una seconda madre

L’accoppiamento sessuale è ormai démodé in Francia: con 326 voti a favore e 115 contrari l’Assemblea nazionale ha stabilito che i figli si possono fare anche dal notaio. Ieri è definitivamente stata approvata la legge di bioetica, che apre la fecondazione eterologa alle coppie lesbiche e alle donne single. Per la prima volta, la figura del padre viene eliminata dallo stato civile, la legge biologica viene soppiantata da quella statale e i figli della fecondazione saranno ufficialmente figli di due madri, qualunque cosa questo voglia dire.

Figli senza padre e “due madri”

I deputati francesi hanno riconosciuto a pieno titolo la “filiazione intenzionale”. Le donne, sposate o meno, che a spese dei contribuenti vorranno concepire un figlio ricorrendo a un donatore di sperma, prima di accedere all’inseminazione artificiale dovranno recarsi da un notaio e dichiarare di volere un figlio insieme. Il notaio riconoscerà l’intenzione della coppia e dopo una bella firma anche la donna che non ha alcun legame biologico e genetico con il bambino, cioè che non lo partorisce né dona l’ovulo da inseminare con lo sperma di un donatore terzo, sarà ufficialmente “madre” del nascituro, qualora la fecondazione vada a buon fine.

Oltre alla fecondazione per lesbiche e donne single, la cosiddetta “Pma per tutte“, la legge autorizza anche le donne a crioconservare i propri ovuli per inseminarli in futuro e partorire così in età avanzata, senza cedere al “ricatto” dell’orologio biologico. I figli della fecondazione potranno, una volta raggiunta la maggiore età, conoscere l’identità del donatore di sperma, che però non sarà riconosciuto dalla legge come genitore, anche se dal punto di vista biologico lo è.

L’utero in affitto è il prossimo passo

L’utero in affitto resta proibito dalla legge, ma si tratta di un divieto che cadrà rapidamente nei prossimi anni. La fecondazione eterologa, infatti, prima dell’avvento della legge di bioetica era permessa in Francia soltanto per le coppie eterosessuali che avevano problemi medici a procreare. Da rimedio medico, la fecondazione è diventato un mezzo per ristabilire l’uguaglianza negata dalla natura. Se, dunque, due donne “discriminate dalla natura” hanno diritto a ricorrere a un donatore di sperma per avere un figlio, perché due uomini, discriminati da quella stessa natura, non dovrebbero ricorrere alla cosiddetta gestazione per altri? Politici allarmati, attivisti e giuristi ne sono convinti: la legge nasce discriminatoria e solo l’autorizzazione dell’utero in affitto potrà ristabilire l’uguaglianza tra uomini e donne. Ad oggi, la legge di bioetica vieta agli uomini trans di ricorrere alla fecondazione. Ma anche questo paletto, con l’aria che tira, verrà superato molto presto.

La Francia ignora chi dissente

La legge di bioetica è stata approvata dopo ventidue mesi di dibattito parlamentare, anche se le voci dissenzienti non sono mai state ascoltate. Secondo un sondaggio Ifop, l’82 per cento dei francesi era contrario all’estensione della fecondazione alle donne single e alle coppie di lesbiche. Ma a chi importa l’opinione della gente quando c’è da veleggiare verso il “progresso”? Prima che la legge approdasse in Parlamento, sono stati organizzati da Emmanuel Macron gli Stati generali della bioetica per dare la parvenza di un dibattito aperto e democratico. Durante gli Stati generali, la Pma per tutte è stata bocciata dal 90,61 per cento dei partecipanti. Ma il risultato è stato ignorato. Perfino l’Accademia nazionale di medicina ha denunciato «la rottura antropologica» provocata dalla legge ma, avranno pensato i deputati, chi sono i medici e gli psicologi per giudicare?

La Chiesa cattolica «non è complice»

L’unica voce che in Francia si è levata contro lo scempio della legge di bioetica è stata quella della Chiesa cattolica. Tornano alla mente le parole di monsignor Dominique Rey, vescovo di Frejus-Toulon, che ha denunciato «la commercializzazione dell’essere umano»:

«La Chiesa si occupa di tutto ciò che è umano, di ciò che rende l’uomo tale e che garantisce e preserva la sua umanità. Papa Francesco ha parlato di ecologia integrale, bisogna rispettare non solo l’ambiente e la natura, ma anche la natura umana. Questa umanità è minacciata oggi dalla legge. Considero che oggi una delle grandi minacce che pesano sulla nostra società e sul suo avvenire sia la distruzione dell’umano. C’è un pericolo considerevole che bisogna prevenire. Noi dobbiamo dire per le generazioni future una parola chiara, altrimenti saremo complici e responsabili con il nostro silenzio di questa deriva».

«E i diritti dei bambini?»

Parole di umanità e buon senso sono arrivate più volte anche dall’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, che prima di diventare sacerdote a 44 anni ha esercitato la professione medica per 12 anni, specializzandosi in bioetica medica:

«Queste donne non sono sterili. È la coppia omosessuale a essere sterile, ma sono due cose ben diverse. Queste donne potrebbero avere figli, mentre non hanno diritto a progettare un bambino, istituzionalizzando l’assenza e la privazione del padre. L’amore non è l’unica cosa che conta. Per imparare a essere padre e madre bisogna innanzitutto imparare ad essere figli. E noi come guardiamo all’altro? Questa è la domanda. Se un bambino o un embrione non viene più accolto per ciò che è, ma in virtù di un progetto che lo supera e per il quale diventa oggetto, siamo a un passo dall’utero in affitto. Questo percorso, purtroppo, era già chiaro fin dall’approvazione del matrimonio omosessuale. Il diritto del bambino ad avere un padre e una madre viene prima del diritto della donna ad avere un bambino. L’etimologia di bambino (enfant in francese, ndr) è “senza parola”, è lui che bisogna proteggere, perché non si può esprimere. La Chiesa continuerà a dire ciò che ritiene essere giusto».

Leone Grotti

30 giugno 2021

La Francia cancella il padre: i figli si fanno dal notaio con due madri