Comolli

CRISTO E’ IL NOSTRO RE.

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L’anno liturgico, cioè l’anno della Chiesa, si conclude con la solennità di “Cristo Re” che risale al 1925 quando, al termine dell’Anno Santo, papa Pio XI con l’Enciclica “Quas primas”, proclamò Cristo “Signore e Re dell’Universo“. Il suo fonda­mento invece, risale al colloquio che Gesù ebbe, durante la passione, con Ponzio Pilato dove il governatore romano rivolse al Messia due interrogativi; uno sulla “veridicità” della sua regalità e l’altro sulla “tipologia” di regalità.

Alla prima domanda, quella sulla veridicità della sua regalità, rispose affermativamente. Alla seconda, quella sulla tipologia di regalità, Gesù così replicò: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi conse­gnato ai Giudei, ma il mio regno non è di quaggiù”. Prima il Nazareno si pro­clama re, indicando che il “Regno di Dio è nel mondo”, cioè sulla terra, superando così l’idea di tanti che lo ritengono oltre il presente e la storia. Poi, esclude ogni contaminazione del Suo Regno con la potenza, il dominio e il prestigio: caratteristiche dei dominatori della terra (cfr.: Lc. 23,35-43).

Definire il Regno di Dio è complesso;  per questo ci riferiamo a questa frase di san Tommaso d’Aquino:  ll Regno di Dio sulla terra è: una ritrovata amicizia: con Dio, degli uomini tra loro e con le cose” (da: De operationibus occultis naturae ad quendam militem ultramontanum).

Il peccato originale ha generato rottura, ingiustizia, odio, vendetta e disordine morale nel magnifico progetto di libertà e di equi­librio dei valori e delle forze, ideato da Dio a favore dell’uomo e del creato. L’uomo, con il peccato, ha costituito un “regno alternativo”, quello di Satana, nel quale sono presenti unicamente negatività. Ma Dio, nonostante le ripetute infedeltà dell’uomo, non lo abbandonò ad un destino di morte; infatti, con Gesù, nuovo Adamo, furono vinte le molteplici perfidie e menzogne del maligno. Ma, attenzione, euesto, non significa, che il diavolo non ha più potere sul mondo e sull’uomo. La sua guerra nei confronti di Dio continua, ma l’uomo con la risurrezione di Cristo, ha la possibilità di uscirne vincitore.

IL REGNO DI DIO SULLA TERRA E’ UNA “RITROVATA AMICIZIA CON DIO”.

Perchè? Il Regno di di Satana è discordia, inimicizia, rottura e disumaniz­zazione.

Il “nome” di Dio nella storia ma anche oggi è profanato, occultato e combattuto. Nei secoli scorsi era il paganesimo; ieri il marxismo e il comunismo; oggi l’ateismo, il secolarismo, il relativismo e l’indiffe­rentismo.

Ma, unicamente, dove Dio è onorato, riconosciuto, rispettato ed ubbidito, è presente il regno di Dio! Vogliamo anche noi costruirlo? Si, con la nostra testimoniaza, riscoprendo il Suo volto di Padre amoroso e misericordioso, vivendo nella Grazia, pregando, osservando i Suoi comandamenti e i precetti della Sua Chiesa.

IL REGNO DI DIO SULLA TERRA E’ UNA “RITROVATA AMICIZIA CON GLI UOMINI”,

Anche il volto dell’uomo, nella storia, è stato vilipeso, maltrattato, offuscato, insanguinato mediante la violenza, l’emargina­zione, l’odio, l’ingiustizia… E, anche oggi, è nuovamente  umiliato nei più deboli, nei poveri e nei fragili. Si pensi: al divario culturale ed economico tra Paesi ricchi e Paesi poveri, all’ingiusta distribuzione dei beni e delle ricchezze nel mondo.

Alcuni giorni fa, papa Francesco, celebrando il “giubileo degli emarginati” ha affermato: “Vi chiedo perdono per tutte le volte che noi cristiani davanti ad una persona povera guardiamo dall’altra parte”. A nome della Chiesa e di tutti i cristiani il Papa ha invocato il perdono da parte dei poveri, aggiungendo: “è acqua benedetta,  è  pulizia, è aiutarci a tornare a credere che nel cuore del Vangelo c’è la povertà come grande messaggio e che noi  tutti dobbiamo formare una Chiesa povera per i poveri” (12 novembre 2016).

Dunque, solo dove il volto dell’uomo è ono­rato e rispettato come il volto visibile di Dio, è presente il Regno di Dio!

IL REGNO DI DIO DI DIO SULLA TERRA E’ UNA “RITROVATA AMICIZIA CON LE COSE”

Dio, creò il mondo, e la Bibbia ripetutamente afferma: “Dio vide ed erano cose molto belle” (Gen. 1, 18; 21; 24…).

In seguito, nel mondo, si infiltrò il “peccato originale” che, oltre offuscare il volto di Dio e dell’uomo, velò le cose, le disgregò e le inquinò, e l’uomo, nei secoli, continuò a seguire questa logica come ben spiegato da papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì”.  Da qui, il problema ecologico!

L’uomo ha inquinato l’atmosfera, ha provocato il buco dell’o­zono e l’effetto serra, usa pericolosi diserbanti, produce scorie radioattive, distrugge le foreste, e così l’aria e l’acqua, due dei maggiori beni ambientali, divengono dannosi e anche fonti malattie e di morte. L’attuale prospettiva nei confronti dell’ambiente, mette a rischio non unicamente la nostra esistenza  ma apre forti incognite sulle possi­bilità vitali delle generazioni future!

In questa problematica si inserisce anche “l’ecologia umana”: dalla nefandezza della contraccezione  come metodologia per ridurre la crescita provocando anche rilevanti danni al corpo , alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita che  manipolano le sorgenti della vita, alle sofisticazione dei cibi, i cosidetti OMG (Organismi Geneticamente Modificati)  progettando piante, frutti e verdure con una capacità di  produzione superiore rispetto alle tradizionali e l’idoneità di adeguarsi alle condizioni ambientali sfavorevoli. E’ un argomento che ci riguarda da vicino, infatti i cibi che consumiamo, dai biscotti alle patatine fritte, dai gelati confezionati alle pizze surgelate, racchiuderanno sempre di più organismi geneticamente modificati.

Creare inimicizia con Dio, con l’uomo e con le cose è produrre morte!

Il Signore Gesè è morto e risorto per eliminare gli effetti del peccato, cioè “l’in­quinamento del cuore”, origine di ogni degenerazione presente nel mondo. Confortati da questa verità, tutti possiamo collaborare alla costruzione del Regno di Dio:

– riscoprendo il “volto di Dio” nella fede e nella preghiera;

– riscoprendo il “volto dell’uomo” nell’amore e nella carità;

– riscoprendo il “volto delle cose” nel rispetto e nell’onore che esse meritano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

18 novembre 2016

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