Comolli

Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ribattezzato dopo la fiducia posta dal governo in Senato Legge Renzi-Alfano, non è ancora legge. E’ bene ricordarlo dato che sull’onda del successo al Senato ormai se ne parla come se fosse un dato acquisito nell’ordinamento, già inserito in Gazzetta Ufficiale. Ma non è così: manca il passaggio alla Camera anche se sembra essere un passaggio informale visto il rapporto tra i deputati potenzialmente contrari e quelli favorevoli che è di 4 a 1. Però non è detto che non si possano introdurre quei correttivi indispensabili per rendere più digeribile un provvedimento che, quando approderà in Parlamento, otterrà con ogni probabilità una maggioranza schiacciante.

E soprattutto non è detto che, adeguatamente sensibilizzati, come non è accaduto in Senato dato che il passaggio in commissione è stato praticamente bypassato, molti parlamentari di area cattolica non decidano di limitare i danni del tradimento operato dai colleghi di palazzo Madama. Molto infatti dipenderà dai lavori che si svolgeranno in Commissione Giustizia, dove il disegno di legge è approdato il 3 marzo scorso.

Attualmente l’iter prevede l’audizione dei cosiddetti esperti, che illustreranno le ragioni del sì e del no. Oggi ad esempio, insieme a diversi docenti di diritto civile e privato, è la volta del Comitato difendiamo i nostri figli, che, dopo il successo del Family Day del 30 gennaio, si presenterà davanti ai deputati di tutti gli schieramenti per illustrare i motivi di contrarietà. LEGGI