Comolli

Non postate sui social le foto dei vostri figli perché proprio quegli scatti apparentemente innocui alimentano la turpe piaga della pedofilia. Un’inchiesta giudiziaria a vasto raggio condotta in Australia su un giro di pedofilia online ha accertato che il 50% delle immagini utilizzate provenivano erano state rubate da profili social di ignare famiglie.

L’allerta già lanciata non è servita, o è servita a poco: in questi giorni spopola su Facebook una catena di Sant’Antonio intitolata “La sfida delle mamme”, che invita a postare tre foto dei figli. Il meccanismo è quello della nomination (due anni fa la sfida era tra adolescenti: “nomina” tre amici che dovranno bere tutto d’un fiato un boccale di birra e poi a loro volta dovranno invitare altri a farlo… ): «Sfida delle mamme. Sono stata nominata da XYZ per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri”.

Come resistere, se a “nominarti” è una delle tue amiche? Ma i rischi ci sono ed ecco allora l’avviso della Polizia postale, che sabato ha pubblicato un post in cui suggeriva di non pubblicare foto dei bambini.

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I pericoli sono ben spiegati: l’abbinamento dell’identità del bambino con quello della famiglia, l’utilizzo di dati personali per azioni illecite, l’eventuale bombardamento di pubblicità non richieste. La Polizia postale spiega anche il rischio più grave: che le foto di innocenti bambini vengano utilizzate, anche con fotomontaggi, al business della pedofilia.

Il warning della Polizia postale ha suscitato molti commenti positivi e anche alcune critiche (la più ricorrente è di fare allarmismo), tanto che domenica è apparso un altro messaggio in cui si spiega che si trattava di un semplice consiglio frutto dell’esperienza. Poi ognuno faccia come creda: mamma avvisata..

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Ma attenzione: postare le foto dei propri figli non è un gioco. “Capisco l’orgoglio di sentirsi madre che è alla base di questa iniziativa – ha detto Vanna Iori, responsabile del Pd per l’infanzia e l’adolescenza – ma il rischio che questo materiale finisca nel circuito della pedopornografia in Rete è molto elevato». Cosa diversa – anche se egualmente sconsigliata – è postare le foto dei figli nel proprio profilo personale, a patto però che si sappiano usare i vari livelli della privacy previsti da Facebook, grazie ai quali solo alcuni dei nostri contatti e non altri potranno vederle.

Avvenire.it 23 febbraio 2016

(http://www.avvenire.it/ScienzaeTecnologia/Pagine/catena-social-foto-minori.aspx)