Comolli

SIR, 1 novembre 2017

Comunità Papa Giovanni XXIII

Casa famiglia Apg23 nel vescovado di Cesena.

La testimonianza dei coniugi Ezio e Simona Nobili

Il racconto di una coppia di sposi che ha dedicato la sua vita all’accoglienza e alla solidarietà nella Comunità Papa Giovanni XXIII. Una vocazione missionaria che li accompagna fin dalla giovinezza.

Sapersi affidare alla provvidenza: è questo il messaggio che portano Ezio e Simona al loro arrivo a Cesena. 44 anni lei, 45 lui, sposati dal 2000 e oggi genitori di 4 figli, i coniugi Nobili-Sarti, su invito del vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri, rivolto alla Comunità Papa Giovanni XXIII, si sono trasferiti nei locali dell’episcopio adibiti ad accogliere la nuova casa famiglia nel centro città. Inaugurata il 24 giugno, in occasione della solennità di san Giovanni Battista, patrono della città di Cesena, la prima casa famiglia in un vescovado gestita dalla Papa Giovanni è stata intitolata alla “Regina della famiglia” e dedicata a Juan, un caro amico di Ezio e Simona, che senza fissa dimora, ha condiviso con loro gli otto anni di vita di missione in Spagna.

Tutto nasce da una serata di preghiera. Ezio è originario di Varese, ma insieme alla mamma si è trasferito a Pietracuta di San Leo all’età di 24 anni, per inserirsi come volontario florovivaista in una comunità che si occupa di condividere la vita con persone in difficoltà a causa di disabilità fisica. Ezio aveva molto chiaro quello che stava facendo in quel 1996 e la sua vocazione missionaria lo ha sostenuto in questa coraggiosa scelta. Ha così iniziato il suo percorso all’interno della comunità fondata da Don Oreste Benzi. Simona, originaria di Rimini, ha studiato economia e commercio alla Facoltà di Forlì dell’Università di Bologna. Dall’età di 16 anni con il suo gruppo parrocchiale nei periodi di Natale e Pasqua si trasferiva per un periodo a Roma dove prestava servizio ai poveri presso la comunità del Celio gestito dalle suore di Madre Teresa di Calcutta. I due cammini di Ezio e Simona si sono incrociati nel 1998 durante una serata di preghiera a Rimini. Per Ezio e Simona, dal momento in cui si sono conosciuti, è stato subito chiaro che erano fatti l’uno per l’altra. Aiutati dalla comunità e da una coppia che li ha accompagnati nel percorso di discernimento, hanno deciso di sposarsi dopo un anno e mezzo di fidanzamento, anche se le loro condizioni economiche non glielo avrebbero permesso. Racconta Ezio:

“Ne parlai a don Oreste Benzi e gli dissi che ero disposto anche ad andare a vivere in una roulotte pur di seguire il cammino che vedevo tracciarsi davanti a me insieme con Simona. Lui mi risposte che se ci fosse stato bisogno ce l’avrebbe procurata lui”.

E così con 50mila lire donati ai due giovani dalla mamma di Ezio sono partiti in questa avventura, fissando la data delle nozze per il 19 marzo. Insieme a tutto l’occorrente e a un viaggio in Tanzania, con i regali di nozze è arrivata la sorpresa di poter utilizzare un monolocale a San Leo gentilmente concesso ai due giovani sposi da un collega. Anche l’impiego di Ezio presso la cooperativa come volontario si è trasformato ben presto in un lavoro che gli ha consentito di iniziare a far fronte alle spese dalla nuova famiglia.

In missione… Dopo alcuni anni di vita a San Leo, per Ezio e Simona è arrivato il momento della missione e così nel 2008 sono partiti per la Spagna, dove nella città di Guadalajara si sono occupati dell’accoglienza di persone povere, in particolare senza fissa dimora e giovani mamme sole con figli. Dopo otto anni in Spagna è arrivato per loro il momento del rientro in Italia e da ultimo l’invito a trasferirsi a Cesena per il nuovo progetto insieme alla diocesi.

“Vogliamo che questo luogo possa essere una casa di accoglienza e di preghiera – spiega Simona -. La sera del nostro arrivo il vescovo Douglas ci ha invitati a cena. È stato un bell’inizio, dal sapore familiare e a base di passatelli fatti in casa”.

Nella cappellina all’interno della nuova casa di Ezio e Simona è presente la reliquia di Santa Teresina di Lisieux, della quale ricorre la festa il primo ottobre, giorno della visita di papa Francesco a Cesena. Ed è proprio con l’apertura della nuova casa di accoglienza e preghiera presso il vescovado di Cesena che si dà forma al progetto avviato tre anni fa dal vescovo Douglas: mettere a disposizione degli spazi per l’accoglienza, in risposta all’esortazione di papa Francesco rivolta a tutta la Chiesa. Dopo un periodo di ritiro e preghiera trascorso a Fatima, dal 7 settembre scorso la famiglia di Ezio e Simona si è trasferita negli appartamenti in vescovado a Cesena, nel giorno in cui la Comunità Papa Giovanni XXIII ricorda la nascita del suo fondatore, don Oreste Benzi.

Elisa Romagnoli*

(*) “Corriere Cesenate” (Cesena-Sarsina)

1 novembre 2017

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