Comolli

I “SE” E I “MA” CHE RENDONO LA VITA MALINCONICA.

E’ esordito da poco un nuovo “anno sociale”; si è ripreso il lavoro a pieno ritmo come i molteplici impegni sociali e famigliari… Le auto, le biciclette, le persone hanno ricominciato ad andare, venire, correre…  per non “perdere tempo”. Si affannano inseguendo il tempo, per recuperare tempo e per guadagnare tempo. E così, tanti,  vivono in uno “scontento generale”; si parla anche di “depressione post-ferie”. Una situazione spesso “immotivata” poiché molti esercitano un  soddisfacente lavoro, possiedono una salute discreta, un domani sicuro almeno a livello economico, però “trascinano” insoddisfatti un’esistenza che appare loro priva di senso e di contenuti. E il fatto è confermato anche dall’ incremento delle vendite dei “medicinali di sostegno” e dall’uso e abuso di sonniferi, ansiolitici, antidepressivi, tranquillanti e psicofarmaci…, complice anche la superficialità prescrittiva che si registra in un numero considerevole di casi. Il farmaco appare la “via di fuga” più comoda, rapida e risolutiva.

Ma, dalle vacanze, sono  tornati anche i vari SE e i molteplici MA che appaiono soprattutto quando domandi una collaborazione o fai una proposta seria a livello sociale, associativo o parrocchiale… “Se avessi tempo… se la gente fosse più simpatica… se l’impegno fosse il giovedì e non il mercoledì … se avessi questo… se fossi un altro … se vivessi in un’ altra società…, allora si che farei; ma adesso qui … non posso, mi spiace”! Piccole bugie quotidiane per difendersi dalla fatica delle scelte e dagli impegni, in un contesto societario intessuto di egoismo e di codarderia, dove i più pensano primariamente a se stessi o al massimo a farsi strada a dispetto altrui.

E dalle vacanze è rientrato anche quel ritornello monotono e qualunquista: “NON HO TEMPO”. Il bambino gioca e non ha tempo; lo scolaro ha i compiti da fare, e poi il karatè, il nuoto, la musica… e non ha tempo; il lavoratore ha un orario e non ha tempo; il giovanotto fa dello sport o va con la ragazza in discoteca e non ha tempo; lo sposo novello ha la casa da sistemare e la sposa da coccolare e non ha tempo; i nonni hanno i nipotini da curare e non hanno tempo. Cosi corriamo tutti dietro al tempo: spremuti, oppressi, sovracarichi e non arrivano mai al perchè “manca il tempo”.

Mi chiedo: ma questo è vivere?

Non sarò certo io a parlare male del lavoro, della casa, degli impegni, dell’attenzione necessaria al marito o alla moglie, della cura dei figli… ! Sono cose che devono starci a cuore! Ma, terminato il lavoro, realizzato il giusto e onesto guadagno, soddisfatti i doveri familiari, è bello, è giusto, è umano, è doveroso entrare anche in altre “dimensioni della vita”.

Ve ne indico tre.

Quella SOCIALE che facendoci incontrare altre persone, completa la nostra personalità, la arricchisce, la distende, la rasserena e rende più saggio il parlare e amplio gli orizzonti del sapere. E’ un’ esigenza  oggi urgentissima di fronte a gente qualunquista o che fatica a ragionare con la sua testa ma segue acriticamente il pensiero comune. Sant’Agostino affermava di aver trovato grande ricchezza per la sua vita nell’assidua conversazione e confronto con gli amici.

Quella RELIGIOSA per innalzarsi sopra “il materiale”. Afferma il Vangelo: “Che giova all’uomo se guadagna anche tutto il mondo e poi rovina se stesso?”. Ci sono persone che non superano mai la dimensione terrena: vivono, lavorano, si divertono, si danno da fare… ma privi di orizzonti spirituali. A che giova tutto questo? Per affrontare “la fatica del vivere”, le difficoltà e le sofferenze… abbiamo bisogno di Dio, di conseguenza di arricchire la nostra spiritualità con la preghiera.

Quella del VOLONTARIATO, cioè offrire gratuitamente del tempo agli altri. Ciò ci renderà “appagati”, poichè san Paolo afferma che si scova più gioia nel dare che nel ricevere. Infine, non possiamo scordare, che questo sarà l’argomento  dell’esame che dovremo sostenere al termine della vita di fronte a Dio.

Il tranello del TEMPO e dei SE e dei MA ha accompagnato, accompagna e accompagnerà l’uomo per tutta la storia; sta a noi saperlo evitare.

Come?

Programmando metodicamente il nostro tempo, tralasciando le azioni inutili e superflue: le ore perdute davanti alla TV o navigando in internet, le false imposizioni della nostra società, i pesi che ci siamo caricati gratuitamente sulle spalle per seguire la moda.

Ritroviamo il gusto dello stare insieme, di pregare, di essere generosi. Tutto ciò contribuirà a rendere “sereno” questo nuovo anno sociale e soprattutto la nostra esistenza.

 

 

 

 

16 settembre 2016

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