Comolli

ECO E CIRINNA’

L’avvenimento cristiano non come risposta esauriente alla domanda di senso dell’esistenza nostra e di tutti, bensì come handicap col quale imparare a convivere. Ci sembra questa in fin dei conti la mesta e ben poco attraente testimonianza che larga parte dell’establishment cattolico, e cristiano in genere, del nostro Paese sta offrendo in questi tempi.

Lo spunto più recente per tale magra figura è stato dato da due eventi assai diversi tra loro, ma che al riguardo producono risultati analoghi: si tratta del dibattito sul disegno di legge Cirinnà e rispettivamente della morte di Umberto Eco e quindi della celebrazione del suo pensiero e della sua opera. Prendiamo le mosse da quest’ultimo episodio, che è di più stretta attualità tanto più considerando che i suoi solenni funerali civili hanno avuto luogo ierii a Milano nella monumentale cornice del cortile del Castello Sforzesco.

Come troppo spesso accade quando ci lascia una nota personalità “laica”, anche in questo caso è subito scattata la patetica ricerca del cristiano recondito che poteva eventualmente nascondersi in qualche angolo più o meno remoto dell’anima sua. Unica lodevole eccezione, Vittorio Messori, grazie al cui articolo di ieri sul Corriere della Sera. Nel caso di Eco la cosa è stata più che mai sentita considerando la sua militanza giovanile nell’Azione Cattolica, di cui per un certo tempo era anche divenuto un dirigente nazionale. LEGGI

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