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Smart drugs, cannabis ed eroina: giovani europei in cerca di senso (che non trovano)?

Un europeo su quattro ha fatto uso di droghe almeno una volta nella vita. E’ il dato fornito nei giorni scorsi dalla Direzione nazionale antimafia. Le organizzazioni cattoliche che lavorano nel campo delle dipendenze commentano la situazione e chiedono di lavorare a livello preventivo sui giovani, restituendo senso e significato ad una vita svuotata dai bisogni consumistici, dalla crisi e dalla solitudine ai tempi di internet

Un europeo su quattro ha fatto uso di droghe almeno una volta nella vita. E’ l’allarmante dato rilanciato nei giorni scorsi dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, durante la presentazione della relazione annuale della Dna (Direzione nazionale antimafia) al Senato, che fa il punto sulla lotta al narcotraffico. Cifre già note agli addetti ai lavori, che però – precisano – risulta così alto perché fa riferimento ad un solo uso occasionale della cannabis almeno una volta nella vita. Da un rapido giro tra alcune organizzazioni cattoliche che operano nel campo delle dipendenze è emersa la necessità di lavorare a livello preventivo sui giovani, restituendo senso e significato a una vita svuotata dai bisogni consumistici e dai contro-valori indotti da questa società.

I pareri del Coordinamento Nazionale comunità di accoglienza (CNCA), del Gruppo Abele e del CEIS don Luigi Picchi

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