Comolli

Bufera nel Pd bolognese su un candidato cattolico, accusato di essere antibortista e contro i diritti degli omosessuali.
A poche ore dalla chiusura delle liste, sancita da un voto l’altro ieri sera, ieri il dietrofront. Paolo De Fraia non è più candidato nelle liste dem per le Due Torri. LEGGI

MA E’ QUESTO IL VERO PARTITO DEMOCRATICO

Dunque il Pd dà spazio «a tutte le diverse sensibilità e culture» che «coesistono» nel partito stesso. A patto di non essere “troppo” cattolico, magari contrario all’aborto e critico verso l’ideologia gender. In questo caso il Pd, che la sera prima ti aveva candidato a consigliere comunale, ti cancella dalla lista. Così, almeno, è andata a Bologna, come raccontato nell’articolo. E mette un po’ tristezza vedere il primo partito italiano «fare autocritica» (come ai “bei tempi” dell’Unione Sovietica, verrebbe da dire) e «ringraziare per la prontezza» gli organi di informazione che hanno “smascherato” quello che,
a tutti gli effetti, è stato trattato da infiltrato. Del resto, si legge in una nota, i principi di De Fraia «nulla hanno a che fare con il profilo politico del Pd di Bologna». Il quale, evidentemente, ha un profilo politico tutto suo, distinto dal partito nazionale. O no?

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