Comolli

Terminato il periodo di ferie e di riposo che molti hanno dovuto passare nelle loro città e nelle loro abitazioni per le ristrettezze economiche che stanno vivendo e complice, a volte, anche il cattivo tempo che ha caratterizzato questa estate, abbiamo iniziato un nuovo anno sociale che molto probabilmente sarà difficile e pesante come quello trascorso. I segnali di recessione non tendono a diminuire, la crisi economica attanaglia ancora tanti settori e molteplici famiglie.Il governo sta facendo del suo meglio nel proporre progetti per la ripresa del nostro Paese, ma ovviamente non possiede “la bacchetta magica”.

1Di fronte a questa situazione molti sono presi dallo sconforto, altri sono stanchi di vivere, guardano al domani con profondo pessimismo, e di conseguenza, manifestano scarso amore alla vita. Pensiamo ai malesseri esistenziali, all’insoddisfazione, alla tristezza che accompagnano i giorni di tanti, mostrando l’oggi insignificante come lo era il giorno di ieri.

In questa situazione la domanda più urgente è: come recuperare la “gioia del cuore” e del vivere? Modificando atteggiamenti societari e personali. Io propongo due termini sui quali dovremmo maggiormente riflettere: etica e saggezza.

Etica

I vari provvedimenti che saranno adottati da chi ci governa, rimarranno inefficaci, se comunitariamente, cioè come popolo, non recupereremo “il valore dell’etica” che dovrebbe essere l’anima di ogni azione, soprattutto in un contesto societario invaso da una forte corruzione, da un diffuso clientelismo e da una burocrazia in continua crescita.

Cos’è l’etica? Affermava il cardinale C.M. Martini: “L’etica ci dice ciò che è buono in sé; ciò che va fatto o evitato ad ogni costo e in ogni caso, a prescindere dai vantaggi 1personali e sociali che se ne ricavano; ciò che è assolutamente degno dell’uomo che si oppone a ciò che è indegno; ciò che non è negoziabile, su cui non si può né discutere né transigere” (Viaggio nel vocabolario dell’etica, Piemme, Casale Monferrato 1993, pg. 15). L’etica, che non è pura astrazione, ma dividendosi in “speculativa” e “pratica”, supporta a “scegliere bene” a livello politico, economico, lavorativo, sociale, famigliare…, facendoci porre delle domande.

L’ etica speculativa (o descrittiva) esamina e commenta i comportamenti umani, gli usi di un gruppo, o un determinato evento, riferendosi ai principi e ai valori, rispondendo all’interrogativo: quali principi o valori sono coinvolti in questo fatto o comportamento?

L’ etica pratica (o normativa) identifica la legittimità di un comportamento, ne ricerca le fondazioni e le giustificazioni, rispondendo al quesito: quale atteggiamento devo assumere nel miglior interesse della società?

Scorrettamente interpretata, l’etica può suscitare “atteggiamenti di rifiuto” perché ritenuta negativa o proibizionista, oppure è percepita come minaccia alla propria libertà e alla propria autonomia. Eppure, la storia ci insegna che i principi etici sono essenziali alla costruzione di una società ordinata, finalizzata al benessere e al progresso dei cittadini. Rammentava H. Kung: “L’etica che nella modernità era considerata in misura crescente come una questione privata, nella post-modernità – per il bene dell’uomo e la sopravvivenza dell’umanità – deve tornare ad essere un’ esigenza pubblica di primaria importanza”. Dunque, “l’umanità post moderna ha bisogno di valori, di fini e di ideali”(Progetto per un’etica mondiale, Rizzoli, Milano 1991, pg. 23).

1L’invito è rivolto ai politici ma anche alla società civile in generale affinché non si continui a “costruire sulla sabbia”. Ricorda il Vangelo a proposito della casa costruita sulla sabbia: “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Mt. 7, 27).

Saggezza

I disagi che la società sta vivendo provocano in tanti il cosiddetto “male del vivere” e la perdita di fiducia nel futuro, avendo perso di vita i principi di un’esistenza semplice e solida.

Come superare questa situazione esistenziale? Vivendo l’esistenza con saggezza!

1Il saggio si accontenta di quello che possiede, gode delle semplici cose, sa scoprire il bene nascosto, sopporta le difficoltà con fortezza, sa ascoltare, segue con sacrificio il cammino della verità e della giustizia, con una coerenza che non conosce compromessi essendo esigente prima con se stesso e poi con gli altri.

L’esempio lo offre il Signore Gesù, che da “uomo” visse un’esistenza in piena armonia con sé stesso manifestando un grande equilibrio e un’acuta chiarezza di idee, una forte volontà e indipendenza dai giudizi altrui, una notevole sensibilità d’animo e la meraviglia nei riguardi delle realtà piccole e semplici: le bellezze del creato, gli spazi infiniti del cielo, gli elementi della natura, il sorriso e la tenerezza dei bambini… che spesso diventavano i personaggi e gli argomenti delle Sue parabole.

“La saggezza non è risultato di un’educazione, ma del tentativo di una vita per acquisirla” diceva A. Einstein e M. Ghandi aggiungeva: “La vita non è aspettare che passi la tempesta… ma è imparare a ballare sotto la pioggia”.

Allora… diamoci da fare!

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