Comolli

Sara ed Emily arrivano senza appuntamento nel mio studio al Centro di aiuto alla vita Mangiagalli. Sara ha 31 anni, due figli già nati e ne aspetta un terzo di cui è al sesto mese di gestazione. Sara non viene per se stessa, ma per accompagnare Emily 24 anni a sei settimane di gravidanza che vuole assolutamente interrompere. Emily fa molta fatica a parlare la sua voce è bassa e non sembra padroneggiare il linguaggio tanto che Sara mi chiede se può essere lei la narratrice.

Racconta così che Emily ha avuto una storia sentimentale tormentata, con il suo partner si sono lasciati e ripresi più e più volte tanto che lei aveva chiesto un periodo di aspettativa al lavoro per ritornare dai propri genitori nella sua terra di origine. Durante questo soggiorno avvertendo strani malesseri viene accompagnata all’ospedale dove si rileva una gravidanza all’inizio. Emily non vuole questo bambino e poiché nella sua terra l’interruzione volontaria della gravidanza non viene praticata immediatamente ritorna a Milano.

Sara è piena di premure affettuose nei suoi confronti e reiteratamente, in modo forse un po’ eccessivo e che non comprendo del tutto, continua a spiegarle che quello è il suo bambino, che non ha nessuna colpa e che lei e il marito aiuteranno Emily a portare avanti la gravidanza «vogliamo convincerla», dice Sara, «anche se i suoi problemi sono tanti e noi abbiamo già molti impegni». Emily continua a dire di no, non può, perderebbe il lavoro, non vuole crescere un figlio da sola e poi ha anche un debito grosso da pagare.

Cerco di sbloccare la situazione: mostro una fotografia di un bimbo a quell’epoca gestazionale e le propongo aiuti anche economici che possano sollevare questa pesante cortina di cose difficili che sembra schiacciarla, ma lei insiste sul no, «non voglio questo bambino». Questa situazione si protrae oltre il tempo normalmente utile per giungere ad una decisione. Tento prima dolcemente poi con sempre maggiore determinazione di mettere fine all’incontro facendo presente che c’è ancora tempo per pensare e decidere. La più risoluta a insistere è Sara, tanto che mi comunica che quel giorno l’avrebbe tenuta sempre con sé a casa sua.

Mi sento confusa, come se la situazione mi stesse sfuggendo di mano e continuo a tentare di rimandare a un prossimo colloquio a breve termine il dover prendere una decisione. Lascio che si parlino tra loro cercando di decodificare le mie emozioni. Finalmente Sara mi chiede di poter essere ascoltata da sola; Emily esce quasi sollevata e Sara all’istante scoppia in lacrime. Sono seduta sulla mia poltrona e lei mi si accoccola davanti dicendo: «lei forse non si ricorda di me ma io sono venuta a parlare con lei due anni fa, ma non ce l’ho fatta; era la mia datrice di lavoro la signora per cui lavoravo, è stata lei a insistere perché andassi ad abortire e io non potevo, non potevo».

È un momento di grande dolore per entrambe e nel suo pianto Sara oltre al bambino abortito nomina anche il marito e aggiunge: «quando andiamo a letto anche se siamo contenti che un figlio presto nascerà continuiamo a parlare di come poteva essere l’altro che non è nato e soffriamo insieme». Ora capisco tutto, anche perché lei afferma di non volere che la sua amica provi un dolore così grande!

di Paola Bonzi

La Nuova Bussola Quotidiana, 18-10-2014

 

 

 

23 ottobre 2014

SARA CHE SA QUANTO COSTA DIRE NO ALLA VITA

Sara ed Emily arrivano senza appuntamento nel mio studio al Centro di aiuto alla vita Mangiagalli. Sara ha 31 anni, due figli già nati e ne […]
22 ottobre 2014

SCALFAROTTO FINTO TONTO: MA HA LETTO LA SUA LEGGE?

Circola ampiamente su internet un’intervista all’onorevole Ivan Scalfarotto a Italia Post sul tema delle Sentinelle in piedi. Il sottosegretario e renziano di ferro da cui prende […]
22 ottobre 2014

MENO ABORTI? MA NON SI CONSIDERANO LE PILLOLE

«La Relazione ministeriale sulla attuazione della legge 194 per il 2012 e il 2013, nella linea dei precedenti rapporti annuali, si compiace per la diminuzione degli […]
22 ottobre 2014

CARITAS: UN POVERO SU DUE E’ ITALIANO

Da gennaio a giugno 2014 si sono rivolte a 531 Centri di ascolto della Caritas 45.819 persone. Forte l’aumento dell’incidenza degli italiani tra gli utenti Caritas. […]