Comolli

1-jpg-pngLa morte di Albino Luciani – Papa Giovanni Paolo I – nel 1978, dopo solo un mese dalla sue elezione, rimane uno dei più grandi misteri del ventesimo secolo. Per molti intimamente legato al terzo segreto di Fatima. Ormai a quasi quarant’anni dalla sua morte, tre principali interrogativi rimangono ancora oggi senza una soddisfacente e definitiva risposta: come morì Giovanni Paolo I? Quale riforma profonda stava programmando per la Chiesa di Cristo? Quale è stato realmente il suo ruolo nella storia della Chiesa?

Luciani è stato un martire della Chiesa di Cristo? Giovanni Paolo I è un papa martire? La domanda a questa risposta è sepolta nella cripta vaticana. Va capito ancora per quanto. Un processo di beatificazione che non passi attraverso la riesumazione della salma e l’accertamento della vera causa della sua morte sarebbe irrimediabilmente viziato all’origine.

Doveva prendere decisioni importanti – che ben sapeva essere pericolose per la sua incolumità – con le quali aveva in animo di porre fine agli affari economici del Vaticano, frutto di intese con la loggia massonica P2, la mafia e la CIA. Si espose grandemente, contro nemici molto forti, avvezzi al male, privi di scrupoli e quantomai determinati a conservare il loro potere curiale, politico e finanziario. Tutto questo, unitamente alle altre numerose iniziative di radicale riforma della sua Chiesa che aveva programmato con mente lucida ed animo fermo, non si sposa affatto con l’immagine che di lui è andata edificandosi nel tempo successivo alla sua morte, frutto di una profonda banalizzazione della sua figura.

La distorsione coinvolge il suo temperamento, la sua intelligenza, tutto l’insieme della sua complessa e multiforme personalità. “Il papa del sorriso” è stato soprannominato. C’è da pensare che se “papa buono” non fosse già stato “impegnato” per papa Giovanni XXIII, gli avrebbero certamente affibbiato questa definizione. La macchina mediatica che falsifica e ottenebra. Pochi papi nella storia hanno manifestato, assieme, così grandi doti di equilibrio psichico, rettitudine morale, generosità di cuore, introspezione psicologica, e determinazioni di intenti. Scambiare la sua bontà d’animo, puro riflesso del suo viscerale amore per Cristo e della sua profonda serenità interiore, per debolezza di carattere, semplicioneria, inettitudine, dabbenaggine, è stata un’operazione di discredito della sua memoria ancor più criminale dell’avergli tolto la vita.

Nonostante i soli 33 giorni di pontificato – e questo numero non pare un caso – ha lasciato un profondissimo segno di rottura con i precedenti papati. Anche questo è un ambito poco investigato.

Solo per fare un esempio plastico: si disfece della tradizionale cerimonia di incoronazione, della tiara e del trono papale, e cioè di tutto quello che simboleggiava il potere temporale del papato. Mille anni buttati dietro le spalle in pochi giorni. Nessun papa dopo di lui osò riprendere quegli antichi usi. Sarebbero bastati tra anni di Papa Luciani per riportare la chiesa sul sentiero del Vangelo e avvicinare a Cristo milioni e milioni di persone. Troppo rischioso.

(Editrice Libreriadelsanto.it,   pp. 180,  €. 18,00)

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INDICE libri presentati

BIOETICA E VITA, CHIESA CATTOLICA, ECONOMIA, EDUCAZIONE, FAMIGLIA, GIOVANI, GIUBILEO DELLA MISERICORDIA, POLITICA, RAGAZZI, RELIGIONE, ROMANZI, SALUTE, SOCIETA’, VARIE.