Comolli

«Una bugia può fare il giro di mezzo mondo prima che la verità si sia infilati i pantaloni»: è la citazione di una delle molte felicissime frasi di Winston Churchill che vale la pena di ricordare. Egli la pronunziò mentre le menzogne propalate da J. Goebbels, A. Hitler e Stalin scorrazzavano per tutta la Terra senza trovare né critica né opposizione.

Oggi il momento è meno drammatico, ma ci sono molte altre bugie che scorrazzano per la Terra, e per la verità i suoi pantaloni sono stati ben nascosti, né, col suo naturale pudore, può mettersi in viaggio nuda. Siamo quindi destinati a convivere per un periodo non breve con tante menzogne, tanto più accreditate di verità quanto più grosse siano. È una grande menzogna molto accreditata, per esempio, la connessione tra riscaldamento globale e attività dell’uomo; è una grandissima menzogna, accreditata anch’essa, che la decrescita della ricchezza e del benessere materiale porti alla felicità; è una enorme menzogna che nel passato si mangiasse e si vivesse meglio di quanto non si faccia adesso; è una menzogna grossolana che siano in aumento la fame, la povertà e la miseria, e che tale andamento dipenda da un eccesso di popolazione.

E che dire poi dell’aspirazione al ritorno ad una fase di sviluppo che non conoscesse l’economia finanziaria o addirittura preindustriale? Naturalmente alla base di tutte queste grandi menzogne, che sono anche truffe ai danni di chi ci crede, e delle altre delle quali vi ho risparmiato l’elenco, ci sono la malafede e l’ignoranza. Chi pensa che il ritorno all’economia curtense possa risolvere i problemi della povertà e del sottosviluppo, chi ritiene che le strutture finanziarie siano macchinazioni malefiche ordite ai danni dei poveri, che ogni forma di ulteriore sviluppo tecnologico debba essere cancellata, è un povero ignorante o un mascalzone (però potrebbe essere un mascalzone ricco di ignoranza). LEGGI