Comolli

Mi ha molto colpito che alcuni sindaci abbiano trascritto nei registri comunali alcune unioni gay contratte all’estero trasgredendo la legge vigente. Questo è un cattivo segnale che si trasmette alla popolazione sull’obbligo dell’osservanza delle varie norme perché qualcuno potrebbe pensare: “se i sindaci non rispettano le leggi anch’io posso trasgredire”. Cosa ne pensa? Maria.

In Italia, ormai da mesi, stiamo osservando un fenomeno alquanto preoccupante: il pessimo esempio che alcuni giudici e alcuni sindaci stanno offrendo ai cittadini. Prima i giudici con sentenze assai creative riguardanti prevalentemente la legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, una norma che si sta distruggendo a suon di picconate, poi alcuni sindaci si sono dati la facoltà di trascrivere nei registri comunali di stato civile le unioni di persone omosessuali contratte all’estero, nonostante ciò sia incostituzionale come ricordato dal Ministro degli Interni e un chiaro oltraggio alle norme vigenti.

1Il caso più eclatante è quello di Roma, dove il sindaco Ignazio Marino, ha trascritto nel registro di stato civile il matrimonio contratto all’estero da 16 coppie omosessuali. E di fronte all’invito formale del prefetto di cancellare le trascrizioni ha opposto un chiaro “no” avviando a suo favore una campagna mediatica. Molti vedono in questo atto di Marino un “diversivo” di fronte ai consensi popolari da tempo in picchiata; l’ultimo sondaggio lo dava gradito ormai a non più di un romano su cinque.

Ma questo fenomeno che sta attraversando tutta l’Italia da Milano a Firenze, da Udine a Grosseto, da Livorno a Napoli passando per Bologna 1dove il sindaco Virgilio Merola ha risposto al ministro Alfano senza nessun pudore: “io non obbedisco”. E Marino annuncia di andare oltre, riconoscendo “i congedi parentali” ai dipendenti omosessuali del Comune di Roma che hanno ottenuto la trascrizione della loro unione.

Alcuni prefetti stanno provvedendo, se non lo fa il sindaco, alla cancellazione delle trascrizioni ma oltre Marino, altri si rifiutano, affermando che questo argomento non riguarda la competenza dei prefetti. Argomentazione falsa come affermato ad Avvenire.it del 31 ottobre da parte del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli perché la tenuta dei registri di stato civile è competenza dello Stato, perciò l’intervento dei prefetti è assolutamente legittimo.

Queste trascrizioni, per il momento attuate dai sindaci di dieci grosse città che governano oltre il 15% della popolazione italiana, pongono almeno tre rilevanti problemi etici e giuridici.

 Il matrimonio nella Costituzione Italiana (articolo 29)

Queste trascrizioni tentano di modificare il profilo del matrimonio nel nostro Paese, quello previsto nella Costituzione (art. 29) tra un uomo e una donna che s’ impegnano davanti alla comunità civile a vivere il loro amore. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, mette in guardia “ ‘a definire matrimonio’ una relazione tra due persone dello stesso sesso e, conseguentemente, a stabilire un ‘diritto’ a rivendicare quei figli che naturalmente non possono esserci, ma possono essere ‘prodotti’ attraverso processi che comportano il trionfo di manipolazioni di laboratorio e di logiche di mercato: dalla selezione dei figli all’affitto del grembo di madre o all’acquisto del seme di padre necessari perché una nuova vita nasca” ( Avvenire.it, 19 ottobre 2014, Lettere al direttore).

Oltre che dalla Costituzioni, queste trascrizioni, sono vietate e non hanno alcun valore come affermato da alcune sentenze; la n. 138/2010 della Corte Costituzionale e la sentenza n. 4184 del 4 novembre 2011 della 1° Sezione Civile della Cassazione.

Esaminiamo quest’ultima sentenza per comprendere i motivi.

Il caso riguarda due cittadini italiani che nel 2002 contraggono matrimonio a L’Aja, in Olanda e nel 2004 si rivolgono al sindaco di 1Latina, luogo di loro residenza, perché trascriva il relativo atto. Il sindaco rifiuta e dopo vari passaggi il caso giunge in Cassazione che conferma le precedenti decisioni compresa quella del sindaco. Si legge nella sentenza: “La diversità di sesso dei nubendi è (…) requisito minimo indispensabile per la stessa ‘esistenza’ del matrimonio civile come atto giuridicamente rilevante (…). Questo requisito – pur non previsto in modo espresso né dalla Costituzione, né dal codice civile vigente (…), né dalle numerose leggi che, direttamente o indirettamente, si riferiscono all’istituto matrimoniale – sta tuttavia, quale ‘postulato’ implicito, a fondamento di tale istituto, come emerge inequivocabilmente da molteplici disposizioni di tali fonti e, in primo luogo, dall’art. 107, primo comma, cod. civ. che, nel disciplinare la forma della celebrazione del matrimonio, prevede tra l’altro che l’ufficiale dello stato civile celebrante riceva da ciascuna delle parti personalmente, l’una dopo l’altra, la dichiarazione che esse si vogliono prendere rispettivamente in marito e in moglie (…). 1L’inequivocabile corrispondenza di tali parole ‘marito’ e ‘moglie’ – utilizzate dal legislatore in modo assolutamente prevalente rispetto ad altre espressioni di analogo significato -, rispettivamente, con la parte maschile e con la parte femminile dell’atto (e del rapporto) matrimoniale è attestato anche da numerose disposizioni del diritto vigente”. La sentenza ricorda anche che tutti gli atti amministrativi conseguenti e fondati su tale atto, ad esempio il riconoscimento del congedo parentale, sono arbitrari e quindi non hanno valore.

Le possibili conseguenze dei comportamenti dei sindaci disobbedienti.

Ricordava san Francesco di Sales: “Un grammo di esempio vale più di un quintale di parole”.

Il sindaco che ha responsabilità maggiori di altri essendo investito di un potere pubblico in ordine al bene comune, di fronte ai suoi cittadini, dovrebbe porsi come credibile, autorevole ed esempio di osservanza e di correttezza nei confronti delle leggi dello Stato, consapevole che i provvedimenti di un’amministrazione comunale non possono porsi in contrasto con le leggi vigenti. Di conseguenza, quando l’osservanza della legge viene meno in modo consapevole, dovrebbe essere oggetto di sanzione e risarcire il danno provocato all’immagine della città.

Il rischio ricordato dalla signora Maria che alcuni cittadini possano ricopiare l’esempio di disubbidienza del sindaco nei confronti di norme di carattere amministrativo è reale, soprattutto oggi di fronte a famiglie sempre più esasperate per una pressione fiscale inaccettabile anche per colpa dei comuni; un esempio lampante è la Tasi. Alcuni potrebbero 1chiedersi: “se al sindaco è lecito trasgredire senza essere sanzionato perché non possiamo farlo anche noi?”. E più in generale: “la legge non dovrebbe essere uguale per tutti come affermano le scritte nelle aule dei tribunali? Quindi perché un sindaco può trasgredire e un’infermiera che per non tradire la propria coscienza cerca di dissuadere due ragazze dall’assunzione della ‘pillola del giorno dopo’ essere sanzionata?

 Si sta aprendo la porta a tutto.

1Nel nostro Paese sono presenti molti mussulmani poligami che potrebbero richiedere la trascrizione delle loro unioni contratte all’estero; come si comporterebbero questi sindaci? E in base a quale legge potrebbero rifiutare queste richieste se hanno già scardinato la norma del matrimonio tra uomo e donna? Cioè hanno creato un precedente?

Con queste prese di posizione dei sindaci disobbedienti che rivestono una chiara valenza ideologica, la minima credibilità rimasta allo Stato diminuisce ulteriormente e potrebbe aprirsi la strada dell’anarchia.

Di questo i sindaci si rendono conto?

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